San Basilio, la ‘Ndrangheta domina il traffico di droga

San Basilio assomiglia ormai da tempo ad una delle piazze di spaccio descritte in Gomorra. Cambia solo la mafia che controlla il traffico di droga, che è in questo caso la ‘Ndrangheta.
A descrivere la situazione del quartiere posto alla periferia Nord-Est di Roma sono i carabinieri. Proprio loro, infatti, hanno eseguito 21 arresti, tra i quali quelli dei fratelli Alfredo e Francesco Marando. I due, nati a Platì, ma ormai da anni di stanza nella capitale, avrebbero dato vita ad una struttura piramidale che vedeva il suo epicentro a Via Corinaldo. Da qui si dipartiva un vero e proprio quadrante in cui erano compresi anche via Sirolo, via Mondolfo, via Pievebovigliana.

L’operazione Coffe Bean

L’arresto dei fratelli Marando e di altre 19 persone che a loro facevano capo, è avvenuto nell’ambito dell’operazione Coffe Bean. Tutti gli interessati sono stati quindi colpiti da misura cautelare consistente nella custodia in carcere emessa dal Giudice per le Indagini Preliminari del Tribunale di Roma, su richiesta della locale Direzione Distrettuale Antimafia.
I reati contestati sono associazione finalizzata al traffico illecito di sostanze stupefacenti, spaccio e detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti in concorso e tentato omicidio. Un quadro abbastanza eloquente sulla pericolosità del clan.

San Basilio, una vera e propria piazza di spaccio

Proprio le indagini portate avanti in maniera meticolosa dalle forze di polizia hanno permesso di individuare la vera e propria piazza di spaccio allestita a San Basilio. Il sistema messo in piedi era strutturato su più livelli, comprendenti capi, organizzatori, pusher e vedette. Proprio la presenza di queste ultime, che guadagnavano 100 euro al giorno, 50 in meno dei pusher, ha complicato notevolmente le indagini e dilatato i tempi. Alla fine il quadro che ne è uscito era praticamente lo stesso descritto da Gomorra.
Tra gli arrestati, oltre ai fratelli Marando, vanno ricordati i fratelli Domenico Natale (detto Micu) e Paolo Perre, anche loro nativi di Platì e ormai da anni di stanza a San Basilio. Sono invece nati sul posto Marco Lenti e Gian Claudio Vannicola.

I risultati delle indagini

Le indagini si sono chiuse con la segnalazione alla Prefettura di 38 persone che acquistavano le sostanze stupefacenti dai pusher. Inoltre hanno consentito di sequestrare in totale 2,961 chili di hashish, 12,106 di cocaina, 1,471 di marijuana, oltre a 96.325 euro in contanti, ovvero i soldi riconducibili direttamente all’attività di spaccio. Naturalmente si tratta di una piccola parte del reale quantitativo di soldi movimentati dal traffico di droga, considerate le dimensioni del fenomeno sulla zona in cui si adagia San Basilio.

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