La Virtus Roma continua la sua discesa senza fine. Dopo un ottimo inizio di torneo, che aveva fatto sperare in una comoda salvezza, la sesta sconfitta consecutiva, conseguita a Cremona, ha riportato l’ambiente coi piedi per terra.
Ora la squadra è attesa da una gara importantissima, contro Pistoia. Una partita che i ragazzi di Bucchi non possono assolutamente perdere, se non vogliono vedersi aggravare ulteriormente la situazione.
Virtus Roma, cosa sta accadendo?
Già prima dell’inizio del campionato era lampante il non eccelso livello tecnico del roster messo a disposizione di Piero Bucchi. Si sperava però che l’asse formato da Dyson e Jefferson potesse trainare il resto della squadra. Purtroppo Dyson più che una risorsa si sta rivelando un problema. Sotto discussione è in particolare la sua regia, praticamente inesistente, con una gestione spesso cervellotica delle scelte di gioco.
Nonostante ciò, la Virtus ha avuto la possibilità di vincere due gare importantissime, a Venezia e Brindisi, che avrebbero mutato in maniera radicale la sua situazione. In entrambi casi errori incomprensibili, a questo livello, hanno impedito la conquista di punti che sembravano ormai acquisiti. Portando la situazione ad un punto estremamente critico.
Con Pistoia la gara della verità
Va detto comunque che nelle ultime partite la Virtus Roma ha dato l’impressione di aver conseguito una maggior regolarità. Anche a Cremona la squadra capitolina ha retto il confronto con un team molto più forte e avrebbe anche potuto fare meglio se la difesa avesse mostrato maggior consistenza.
Il prossimo turno si prospetta a questo punto come uno snodo fondamentale della stagione. In caso di vittoria contro Pistoia la salvezza si avvicinerebbe notevolmente, considerata anche la differenza canestri favorevole. Ove invece la Vortus cadesse di nuovo, evitare la ricaduta in A2 diventerebbe impresa proibitiva.
Virtus Roma: la chiave è sempre Dyson
In una situazione che desta notevole inquietudine, ci si attende una grande prova da parte di Jerome Dyson. L’ex Sassari, salutato in estate alla stregua di salvatore della patria, ha sin qui disatteso le speranze. Anche a Cremona ha dato vita al solito campionario di scelte discutibili, intestardendosi a portare palla per poi provare conclusioni difficilissime. La speranza è che almeno in una gara così importante smetta di giocare per sé stesso e si metta a disposizione della squadra. Ove non succedesse, le speranze di portare a casa la vittoria contro una diretta concorrente si avvicinerebbero pericolosamente allo zero.