Le sardine romane si dividono da quelle bolognesi

La fotografia che ritrae i leader delle sardine emiliane a Fabrica, insieme ai Benetton, sta creando non pochi problemi al movimento. In particolare ha dato il via alla separazione del gruppo romano, che ha deciso di rendersi autonomo. Ad annunciare la decisione è stato Stephen Ogongo, portavoce delle sardine capitoline. Proprio lui, in un messaggio postato su Facebook ha annunciato la decisione, che potrebbe scatenare conseguenze di portata attualmente imprevedibile.

Cosa è accaduto?

La reazione delle sardine romane è stata innescata dalla visita di Mattia Santori, Roberto Morotti, Giulia Trappoloni e Andrea Garreffa al centro di formazione per comunicatori fondato dalla famiglia Benetton. Una visita che ha scatenato una ondata di polemiche all’interno delle diramazioni territoriali del movimento.

Una reazione che è anche la conseguenza di una serie di atteggiamenti del leader emiliani che già avevano scavato un solco difficile da colmare. Sotto accusa in particolare la scarsa democrazia interna, esplicitata in particolare dagli ostacoli posti alla partecipazione degli attivisti. Oltre al leaderismo pronunciato che ha distinto sinora il gruppo emiliano.

Le sardine romane su Benetton

Se la scarsa democrazia interna e gli atteggiamenti dei vertici nazionali avevano già provocato malumori, la visita alla famiglia Benetton ha letteralmente fatto traboccare il vaso. Proprio Ogongo, nel suo post su Facebook, ha provveduto a ricordare come sia impossibile scindere il nome dei Benetton dalla tragedia del Ponte Morandi. Ricordando che “…chi lotta per la giustizia sociale e per un nuovo modo di fare politica non può dimenticare il grido di dolore delle famiglie delle vittime di Genova.” Di fronte a quanto accaduto era quindi impossibile far finta di nulla. Le sardine romane hanno deciso di non voltare il capo dall’altra parte e la separazione ne è la logica conseguenza.

Cosa faranno ora le sardine romane?

Naturalmente quando accaduto ha spinto molti osservatori esterni a chiedersi cosa faranno ora le sardine romane. A fornire una prima indicazione è stato proprio Ogongo, il quale ha affermato che è ora di tornare alle origini. Ovvero a quello spontaneismo che evidentemente non è nelle corde del movimento nazionale, che è sembrato troppo legato al PD. Spontaneismo che era culminato nella grandiosa manifestazione di Piazza San Giovanni, la più affollata in assoluto nel corso di queste settimane.

Un atteggiamento che esclude in partenza ogni vicinanza a quelli che le sardine romane indicano alla stregua di squali, per non diventare prede inconsapevoli. Naturalmente resta da capire quali potranno essere gli sviluppi futuri di una situazione che è stata notevolmente complicata dall’evento di Fabrica. Dopo quello romano, altri gruppi territoriali che avevano rimarcato le stesse problematiche potrebbero decidere la strada dell’autonomia. Non resta che attendere i prossimi eventi, che potrebbero riservare non poche sorprese.

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