Per i trasporti romani una nuova giornata difficile. Se da una parte è tornata attiva la fermata Barberini della Metro A, dall’altro lato si è infatti fermata la linea Termini-Centocelle. Uno stop destinato ad alimentare le polemiche, proprio per le modalità che l’hanno caratterizzato.
A denunciare quanto accaduto è stata proprio l’ATAC, la quale ha reso nota la mancanza di macchinisti all’origine del blocco. Una denuncia che fa capire come sulla pelle degli utenti capitolini si stia giocando una battaglia non proprio edificante.
Termini-Centocelle: cosa è accaduto
Dalle 5,30 di ieri, quindi praticamente dall’inizio del servizio, la linea Termini-Centocelle si è praticamente fermata. La motivazione dello stop non è da cercare in un guasto ai binari, alla rete elettrica o alle vetture, ma nell’assenza di personale.
A rendere noto l’accaduto è stato il portale Twitter dell’azienda del trasporto pubblico. La stessa Atac, inoltre, ha invitato gli utenti ad utilizzare la linea bus 105 e la metro C, al posto del trenino che ogni giorno trasporta migliaia di persone lungo la tratta.
Un blocco che ha naturalmente causato enorme disagio, in quanto il servizio del 105 pur rinforzato nei numeri di autobus a disposizione, non può reggere l’assalto di tutti coloro che si sono ritrovati privi della Termini-Centocelle.
Si è trattato di uno sciopero bianco?
Se il motivo ufficiale è da ricercare nel numero troppo esiguo di macchinisti disponibili, appena 6 su 48, non sono stati pochi coloro che hanno adombrato l’ipotesi di uno sciopero bianco. Un’ipotesi del resto avvalorata proprio dalla ricostruzione dell’azienda. Dei 42 che non erano in servizio, infatti, soltanto 5 erano in riposo programmato. Gli altri 37 hanno invece prodotto documenti giustificativi per la loro assenza. Documenti che ora dovranno essere esaminati dall’ATAC per cercare di capire meglio l’accaduto. Resta però il danno fatto all’utenza e all’immagine stessa di un’azienda che non gode ormai da tempo di grande popolarità.
Termini-Centocelle, il commento di TrasporTiAmo
A commentare l’accaduto è stata anche l’associazione TrasporTiAmo, secondo la quale il tutto sarebbe una risposta alle scelte di politica e sindacati degli ultimi anni. Il riferimento è all’ipotesi di trasformare la linea ferroviaria in tramvia, vecchia ormai di tre anni. Ove ciò avvenisse figure professionali come macchinisti, capistazione e manovratori verrebbero ad essere tagliate fuori e senza possibilità di ricollocazione.
Secondo l’associazione tutti sapevano cosa stesse bollendo in pentola.
Proprio politici e sindacati, però, si sarebbero disinteressati delle preoccupazioni del personale. Arrivando addirittura a prefigurare accordi interni per la formazione di nuovi macchinisti da reperire all’esterno. Il tutto mentre il personale della Termini-Centocelle si ritrova costretta a lavorare in condizioni sempre più difficili. Un quadro in cui va a calarsi quanto accaduto, segnando una vera e propria escalation dai contorni imprevedibili.