La vicenda di Lucha y Siesta, la struttura che ospita il centro antiviolenza sulle donne continua a tenere banco. L’immobile di proprietà dell’Atac sarà oggetto di asta giudiziaria e aveva già ricevuto l’appoggio di Virginia Raggi. La sindaca, infatti, ha già chiesto alle strutture competenti del Campidoglio di verificare la possibilità di un acquisto per chiudere finalmente la vicenda e offrire sicurezze agli utenti.
Nelle ultime ore, al Comune si è aggiunta la Regione Lazio. Un intervento che potrebbe porre la parola fine ad una vicenda che ha assunto una rilevanza simbolica del tutto fuori dalla norma, proprio per il suo significato in un momento storico come l’attuale.
Anche la Regione Lazio è pronta a fare la sua parte
Ad intervenire sulla vicenda è stata l’assessora alle Pari Opportunità e Turismo della Regione Lazio, Giovanna Pugliese. Proprio lei, infatti, ha inviato i tecnici della Regione a visitare Lucha y Siesta, per capire meglio la questione. L’intento sarebbe quello di acquistare l’immobile e dare sicurezza a donne e bambini in essa ospitati.
In pratica i tecnici devono dare una valutazione economica, che comunque non dovrebbe influire sul giudizio relativo all’esperienza di Lucha y Siesta. Un giudizio che è stato alla base della norma inserita nella legge di stabilità 2020, che permetterà alla Regione Lazio di partecipare all’asta.
Lucha y Siesta: sembra vicina la soluzione della vicenda
In considerazione dell’interesse congiunto di Comune e Regione sembra avvicinarsi ad una soluzione la questione di Lucha y Siesta. Il centro antiviolenza sulle donne è nato nel 2008, a Via Lucio Sestio, e si è subito affermato come presidio di protezione per tutte quelle oggetto di vessazioni. Tante le attività svolte per cercare di dare risposte ad un problema sempre più avvertito nella società italiana. Grazie alle quali è stato possibile dare un punto di riferimento alle troppe donne che sono oggetto di coercizione fisica e psicologica da parte degli uomini.
Lucha y Siesta, la risposta ad una situazione gravissima
Per capire meglio l’importanza della struttura posta all’interno del quartiere Tuscolano, occorre fare riferimento ai dati diffusi dall’Istat. Nel corso del 2017 sono state ben 49.152 le donne che si sono rivolte a un centro antiviolenza. Poco meno di 30mila hanno a loro volta iniziato un percorso di fuoriuscita dalla situazione vissuta.
Sempre nel 2017, 1.786 donne sono state accolte in case rifugio, le strutture preposte all’accoglimento di donne e loro figli vittime di violenza maschile, al fine di tutelarne l’incolumità. In questi centri lavorano circa 4.400 operatrici, il 56,1% in forma volontaria. Un fenomeno in costante crescita, che merita perciò tutta l’attenzione da parte delle istituzioni.