Sarà Roma ad ospitare la prima sezione nazionale di Italia Viva, il partito fondato da Matteo Renzi. Ad ospitarla sarà una struttura storica della sinistra, ovvero quella di Via dei Cappellari, che fu aperta dal PCI, per poi passare al PDS, ai DS e, infine, al Partito Democratico. Una apertura nel segno della polemica, che rende ancora più chiaro l’ormai evidente distacco tra i renziani e il loro vecchio partito. Tale da riflettersi anche su questo evento, a margine del quale sono arrivate versioni contrastanti.
Italia Viva si propone di aprire cento sezioni
Nel corso dell’inaugurazione, Matteo Renzi ha affermato di coltivare obiettivi molto ambiziosi. In particolare l’apertura di cento sezioni entro marzo, lungo tutto il territorio nazionale. Considerato come quella di Via dei Cappellari sia solo la prima in tal senso, sembra un obiettivo forse troppo ambizioso. Anche alla luce di sondaggi che continuano a indicare nel suo partito una forza tutto sommato residuale.
Forse proprio per questo Italia Viva cerca di sfruttare simboli che però sembrano abbastanza lontani dal suo percorso politico. A partire da Enrico Berlinguer e Aldo Moro, citati proprio dal senatore di Rignano nel corso del suo discorso, ma ormai appartenenti ad ere lontane nel tempo.
Italia Viva e PD, duello continuo
Se si pensa che proprio i leader di PCI e DC che furono tra gli artefici del compromesso storico sono a loro volta indicati come riferimento dal Partito Democratico, si può facilmente capire come il vero motivo della loro appropriazione non sia di carattere ideologico, ma teso eventualmente a richiamare i militanti più affezionati alla simbologia.
Un duello che è ormai evidente e che proprio negli ultimi giorni ha visto i due partiti duellare a lungo, non solo sulla prescrizione. Resta da vedere se questa atmosfera non sia destinata ad incidere anche sulla politica capitolina.
Nessuno sfratto
L’unico punto sul quale Italia Viva e PD si sono trovati d’accordo, in margine all’evento, è quello relativo al fatto che non si sia trattato di uno sfratto. Da parte del PD è stato il vicesegretario regionale Enzo Foschi a ribadire come il partito abbia deciso autonomamente di lasciare Via dei Cappellari. A consigliarne l’abbandono è stato un affitto giudicato evidentemente troppo caro (mille euro al mese), per un partito in crisi economica e con sempre meno iscritti disposti a sostenerlo.
Italia Viva, dal suo canto, ha affermato la stessa tesi. Intanto, però, sembra che i renziani si siano rivolti all’associazione vicina al partito cui era stato intestato il contratto d’affitto. Il motivo sarebbe da ricercare nel fatto che ci siano arretrati da pagare, che ora IV chiede al PD. Nuovo contenzioso in vista?