Tra i tanti eventi che stanno caratterizzando Roma in questo periodo, c’è anche la mostra “Canova: eterna bellezza”. Un evento che trae le mosse dal rapporto tra lo scultore e la Città Eterna, analizzato attraverso una serie di reperti e aspetti unici.
Iniziata il 9 ottobre dello scorso anno, l’esposizione può essere visitata a Palazzo Braschi sino al prossimo 15 marzo. A comporla ben 170 opere di Canova e artisti della sua epoca, suddivise in 13 sezioni. Cui spetta il compito di ripercorrere l’operato di Canova dal 1779, anno del suo arrivo a Roma.
“Canova: eterna bellezza”, i contributi
La mostra si giova di un allestimento caratterizzato da un eccezionale effetto scenografico, in grado di ricreare le suggestioni e la calda atmosfera a lume di torcia che l’artista dedicava ai suoi ospiti, accogliendoli nell’atelier di via delle Colonnette. Allestimento cui forniscono un decisivo apporto i tanti prestiti provenienti da importanti Musei e collezioni.
Tra di essi i Musei Vaticani e Capitolini, l’Ermitage di San Pietroburgo, la Gypsotheca e Museo Antonio Canova di Possagno, il Museo Correr di Venezia, quello Civico di Bassano del Grappa, l’Archeologico Nazionale di Napoli, le Accademie di Belle Arti di Bologna e di Ravenna, quella Nazionale di San Luca, il Musée des Augustins di Toulouse, i Musei di Strada Nuova-Palazzo Tursi di Genova e il Museo Civico di Asolo.
Canova a Roma, un vero e proprio evento
La mostra “Canova: eterna bellezza” è stata promossa dall’Assessorato alla Crescita culturale di Roma Capitale, prodotta dalla Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali e Arthemisia, e organizzata in collaborazione con Zètema Progetto Cultura, curata da Giuseppe Pavanello.
A presentarla nel corso di una conferenza stampa era stata la sindaca di Roma, Virginia Raggi, che non aveva esitato ad indicarla alla stregua di vero e proprio evento.
Canova e Roma
Proprio Roma, insieme allo scultore, è la grande protagonista di “Canova: eterna bellezza”. La mostra, infatti, si muove sulle tracce degli itinerari compiuti dallo scultore alla scoperta della città, sin dal suo primo soggiorno. Ad illustrare il lavoro dell’artista sono in particolare i disegni, i bozzetti, i gessi e i modellini, in particolare quelli elaborati per i grandi Monumenti funerari di Clemente XIV e di Clemente XIII, e per il Monumento agli ultimi Stuart, concesso dalla Gypsotheca di Possagno. Tra i tanti contributi, spicca soprattutto il modellino del Monummarmo del Genio funerario Rezzonico concesso in prestito dall’Ermitage di San Pietroburgo.
Il rapporto tra Canova e Alfieri
Altro tema toccato dalla mostra è poi quello relativo al rapporto tra Canova e la letteratura contemporanea. In particolare viene affrontata la relazione tra il genio e Alfieri, cui è dedicata una piccola, ma importante sezione. Va infatti ricordato come la tragedia Antigone, messa in scena proprio a Roma nel 1782, sia in grado di presentare notevoli spunti di riflessione in rapporto alla vera e propria rivoluzione delle arti figurative di cui si fece portatore Canova.