Le Suppletive per il Collegio Roma 1 della Camera dei Deputati si avvicinano. La sfida sembra segnata in partenza, a favore di Roberto Gualtieri, ministro dell’Economia del governo Conte 2. Un candidato contro il quale, però, si rivolgono gli strali di Marco Rizzo, candidato del Partito Comunista.
Proprio Rizzo non ha esitato ad indirizzare la sua serrata critica al candidato del centrosinistra, indicandolo come eterodiretto dall’UE e dai grandi poteri economici e finanziari che guidano la casa comune europea. Una caratteristica che fa di Gualtieri il nemico naturale della sinistra radicale.
Suppletive, perché la candidatura di Marco Rizzo
E’ stato proprio Marco Rizzo a spiegare le ragioni che lo hanno spinto a candidarsi contro Gualtieri. Partendo proprio dal modo in cui il ministro è stato scelto dal suo partito, il PD. Come ha ricordato lui stesso, infatti, il candidato iniziale del centrosinistra doveva essere Gianni Cuperlo. Proprio il suo segretario, Nicola Zingaretti, il 10 di gennaio aveva provveduto addirittura a presentare in pompa magna l’ex leader della Pantera romana.
Una candidatura subito bruciata sull’altare di Gualtieri, indicato da Rizzo come il candidato di Christine Lagarde, della Banca Centrale Europea e del Fondo Monetario Internazionale. Una caratteristica che lo rende indigeribile per chi, come il PC, proclama la necessità dell’Italexit.
La critica di Rizzo a Gualtieri
Nel corso di un’intervista concessa al “Tempo”, in cui ha spiegato i motivi della sua avversione per Gualtieri, Rizzo non ha in pratica nominato Maurizio Leo. Il centrodestra è stato però ampiamente criticato dal segretario del PC, per le sue contraddizioni. In particolare per la strana mania di dichiararsi sovranista, votando però tutto quello che sottrae la sovranità al nostro Paese, a partire dal Fiscal Compact.
Ampia la critica anche ad altri avversari politici, come Berlusconi, Andreotti e Craxi. Tutti fatti fuori, secondo Rizzo, non per le loro politiche, ma per aver osato opporsi a poteri più forti di quello da loro rappresentato. A partire dal segretario socialista, cui fu fatta pagare la famosa notte di Sigonella.
Marco Rizzo contro Giuseppe Conte
Neanche Giuseppe Conte è stato risparmiato dagli strali del segretario comunista. Secondo Rizzo, infatti, il Presidente del Consiglio rappresenterebbe una sorta di unicum nella storia d’Italia. A renderlo tale la spregiudicatezza, la stessa che lo ha visto passare come se nulla fosse dal governo con la Lega a quello con il PD. Una caratteristica che lo pone in antitesi con uno come lui, da sempre posizionato sulla stessa parte dello scacchiere politico.
Una spregiudicatezza che, però, non serve a conferirgli alcun potere. Tanto da spingere Rizzo a definirlo un passacarte, come del resto Macron. Una serie di fendenti, quelli riservati al centrosinistra, che fanno ampiamente capire come per Rizzo la destra rappresenti un avversario, mentre il vero nemico sia il centrosinistra. Proprio per questo la sua candidatura alle Suppletive Roma 1 sembra in grado di conferire quel pepe che neanche la presenza di Maurizio Leo è stata in grado di apportare.