La scelta di bandire una nuova gara d’appalto, costata ad Atac ben cinque milioni di euro, è stata presa in corrispondenza di febbraio, mese in cui avrebbero dovuto entrare in funzione i nuovi mezzi, pagati 1,2 milioni di euro. Mezzi e servizio che dovevano essere gestiti dagli stessi dipendenti Atac, secondo quell’avviato processo di internalizzazione voluto, tra gli altri, proprio dalla stessa Sindaca Raggi.
Il servizio di recupero dei mezzi guasti tornerà dunque a essere svolto da un privato, dopo la dura paralisi che nel 2018 (quando la società appaltata, la Corpa, rifiutò di lavorare in proroga) portò ad affidare un compito cosi delicato allo stesso personale Atac.
Perché un passo indietro così improvviso?
Resta da capire il motivo che ha portato a un dietrofront cosi netto. Il vulnus nel tentativo di internalizzare il servizio in questione risiederebbe nel fabbisogno di operatori di esercizio, ossia nel numero dipendenti Atac che dovrebbero essere destinati allo svolgimento del compito. Nello specifico, il numero dei dipendenti da destinare al recupero dei mezzi guasti sarebbe troppo alto.
E, nell’ipotesi di nuove assunzioni, queste dovrebbero essere comunque destinate alla sostituzione del personale di guida. Insomma, di assumere nuovo personale non se ne parla, ma indire una gara d’appalto di 5 milioni per un servizio che avrebbe potuto essere svolto dagli stessi dipendenti Atac è possibile. La situazione rimane molto ingarbugliata.