Coronavirus Roma: ancora troppa gente in giro, lo dicono i medici cinesi arrivati nella Capitale

Ieri è arrivato a Roma un pool di medici cinesi che deve dare manforte al nostro servizio sanitario in materia pandemia da Covid-19. Il team ha portato anche oltre 30 tonnellate di prodotti utili a questa grave emergenza del nostro Paese. Dalla Cina le notizie che arrivano sono ottime, perché pare che i contagi siano in netto calo e che i guariti siano in altrettanto netto aumento.

Tutto volge per il meglio in Cina e i medici arrivati a Roma, porteranno la loro esperienza e le loro soluzioni anche da noi. Ma ci sono atteggiamenti che in Italia vanno cambiati, lo hanno confermato proprio questi medici cinesi arrivati in Italia a dare una mano. Troppa gente in giro, questo ciò che hanno osservato i sanitari cinesi.

Troppi romani a passeggio per la Capitale

Solo se tutti rispetteranno in maniera rigorosa le indicazioni il 3 aprile se ne potrebbe uscire, lo continua a ripetere il Presidente del Consiglio Conte, lo ripetono ogni amministratori locale di ogni singola Regione, Provincia o Comune, e lo ricordano le innumerevoli campagne di sensibilizzazione che in TV, sul Web e sui giornali, quotidianamente fuoriescono.

Ma c’è chi non si adegua alle limitazioni ed alle prescrizioni, forse un po’ troppi italiani non si rendono conto della gravità della situazione. “Troppa gente in strada”, questo ciò che i medici cinesi hanno visto a Roma. Nonostante nella capitale, come nel resto dell’Italia, negozi, bar, ristoranti e adesso pure parchi e ville sono chiusi, i medici cinesi hanno detto che troppe persone continuano ad andare pericolosamente in giro.

Troppe persone sanzionate per non aver adempiuto alle prescrizioni

Non è un eccesso di allarmismo o di zelo dei medici cinesi, lo dimostrano i tanti e forse troppi cittadini della capitale sanzionati dalle Forze dell’Ordine perché non adempiono alle prescrizioni. Solo venerdì, cioè ieri, sono stati 8 i denunciati tra cui anche commercianti che esercitavano in sede impropria, in aree dove non poteva essere garantita la distanza di sicurezza prescritta, cioè almeno un metro.

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