L’emergenza coronavirus ha naturalmente comportato la chiusura delle strutture museali, anche a Roma. Nonostante ciò gli addetti alle biglietterie sono costretti a recarsi al lavoro. Un vero e proprio controsenso, tale da far capire come spesso i problemi nascano dalla mancanza di coordinamento e di capacità direttive. A fare la denuncia di quanto sta accadendo, anche a Roma, è l’USB. Che non ha esitato a indicare in Zètema, municipalizzata del Comune, la responsabile di quanto sta accadendo.
Musei: la denuncia dell’USB
Musei chiusi, ma addetti alle biglietterie al lavoro. Un vero e proprio controsenso che costringe un centinaio di lavoratori che non possono lavorare a casa a recarsi presso il proprio posto di lavoro. Per non fare praticamente nulla. A denunciare la situazione è stata l’USB – Lavoro privato della Federazione di Roma. Il sindacato ha già provveduto ad inviare una comunicazione a Zètema e agli organismi preposti per la sicurezza sui luoghi di lavoro.
Invitando al rispetto di quanto deciso dal governo in tema di sicurezza sui luoghi di lavoro. In particolare si chiede la sospensione delle attività che, allo stato delle cose, non servono alla produzione. Tra cui, appunto, quelle appannaggio degli addetti alla biglietteria. Oltre a quelle svolte dal personale che si occupa dell’accoglienza e delle pulizie. Tutte attività che attualmente non si svolgono proprio a causa della chiusura.
Musei: un vero e proprio controsenso
L’USB non ha eccessive difficoltà ad additare quanto sta accadendo alla stregua di un vero e proprio controsenso. Soprattutto in un momento in cui si chiede alle persone di rimanere a casa per limitare il pericolo di contagio.
Un pericolo che i lavoratori delle strutture museali devono correre nel corso degli spostamenti per recarsi a non lavorare. Anche perché le attività di sorveglianza, come ricorda l’USB, è affidata a personale specializzato e armato. Alla situazione va poi ad aggiungersi il fatto che il personale in questione non viene neanche munito di mascherine e altri dispositivi di sicurezza. Tanto da spingere il sindacato a ventilare una ipotesi inquietante.
L’ipotesi dell’USB è inquietante
Secondo l’USB, quanto sta accadendo è da ricondursi solo ed esclusivamente a motivi di carattere economico. In pratica, secondo i sindacalisti, Zètema starebbe usando i lavoratori per fare pressione sul Comune di Roma. L’ipotesi è espressamente formulata nella nota rilasciata dal sindacato, al proposito. In cui si legge: “Usb è fermamente convinta che il diritto alla salute è prioritario e ritiene che la risposta dell’amministrazione capitolina ma anche di Zètema, che giustifica la presenza forzata dei lavoratori e delle lavoratrici all’interno di siti chiusi solo ed esclusivamente per motivi economici, ovvero per fare in modo che il Comune di Roma saldi il servizio offerto da Zètema derivante dal contratto di servizio stesso, sia una scelta irresponsabile fatta sulla pelle dei lavoratori”.