Scoppia nel Lazio la polemica sulle case di riposo. A fare da detonatore sono stati i decessi avvenuti presso la struttura intitolata a Giovanni XXIII, in via Carlo Galeffi, a Mostacciano. Dopo una signora di 90 anni è infatti da registrare la morte di un anziano di 82, affetto da patologie pregresse.
Decessi che hanno spinto i sindacati a denunciare una situazione completamente fuori controllo. Tale da spingerli a definire alla stregua di veri e propri lazzaretti le case di riposo dislocate lungo il territorio regionale.
Case di riposo commissariate
Di fronte a quanto sta accadendo, le autorità sanitarie hanno quindi deciso di prendere provvedimenti drastici. La casa di riposo di Mostacciano è stata commissariata e gli ospiti in condizioni particolarmente gravi avviati verso gli ospedali. Per capire la gravità della situazione bastano del resto le cifre: 13 anziani e 5 operatori sono risultati positivi. Per porre argine a quanto sta accadendo nella gestione sanitaria della struttura è subentrata la Asl Roma 2, mentre della somministrazione del vitto sarà il Comune di Roma a prendersene carico.
Quali sono gli altri casi
Oltre alla struttura di Mostacciano, vanno registrati altri due focolai di infezione, tra le case di riposo regionali. Si tratta della RSA di Nerola e dell’Ini Città Bianca di Veroli. Mentre è molto critica anche la situazione della Rsa Madonna del Rosario a Civitavecchia e della Rsa di Cassino, ove sono quattro i contagiati.
Inoltre è stata evacuata la Maria Immacolata di Nerola, ove si sono registrati due decessi. La decisione è stata presa a seguito del sopralluogo della direzione generale della Asl Roma 5 in concorso con l’infettivologia del Ao Sant’Andrea e l’Ares 118. Il bilancio dell’ispezione è stato drammatico: sono infatti risultati positivi 56 anziani e 16 operatori.
I sindacati: case di riposo come lazzaretti
L’emersione di questa realtà ha dato luogo ad una decisa reazione dei sindacati. A lanciare l’allarme sono stati Spi Cgil, Fnp Cisl e Uil del Lazio, con toni durissimi, sino a bollare le case di riposo laziali come veri e propri lazzaretti. Nel loro comunicato hanno inoltre affermato: “Ospiti, lavoratori e responsabili delle Rsa stanno affrontando all’interno di queste strutture gli effetti devastanti del coronavirus. Responsabili sanitari e organizzativi, operatori sanitari, socio sanitari e assistenziali devono poter operare in totale sicurezza a tutela della salute propria e degli ospiti anziani”.
Una situazione fuori controllo
Quanto sta accadendo nelle case di riposo laziali è di una gravità assoluta. Tanto da spingere alcuni esperti ad indicare il sistema alla stregua di un vero e proprio buco nero. Un varco dal quale il Covid 19 ha facile gioco a seminare il suo operato letale. I parenti che vanno a trovare gli anziani, infatti, non sono sottoposti ad alcun controllo e diventano quindi un vettore per l’infezione. Con gli esiti catastrofici che stanno emergendo in queste ore.