A parlare è un imprenditore di Roma, Marco Morici, che come tanti altri titolari di imprese, ha letteralmente riconvertito la sua produzione, trasformando la sua attività nella realizzazione di mascherine. Il problema però è che gran parte dei carichi rimangono bloccati alla dogana. Questo perché i trasporti sono più lenti e perché nella distribuzione mancano migliaia di operatori.
Le imprese cambiano produzione
Sono tantissime le imprese italiane che si sono letteralmente trasformate: se prima producevano un determinato prodotto, ora si sono concentrate esclusivamente sulla produzione di mascherine, e tante anche in camici per medici o materiale che può servire loro. Il problema però, spiega Marco Morici, imprenditore che ha diversi negozi a Roma, è che le mascherine e i vari carichi rimangono bloccati alla dogana.
Il motivo di tutto questo riguarda l’attesa della Protezione Civile: alla dogana si sta aspettando che questi carichi abbiano un via, un utilizzo proprio da parte della Protezione Civile. Il punto è che mancano anche tantissimi distributori e il Governo ovviamente non può distribuirle su tutto il territorio da solo, ma servirebbe mettere in moto migliaia di operatori. Proprio questi però sono bloccati dalla situazione, dal virus e anche dai decreti.
Perché le imprese si sono “re-inventate”
Le imprese hanno bisogno di re-inventarsi prima di tutto perché rischiano di fallire e molte stanno cercando di farlo anche per non licenziare i loro dipendenti. C’è però un ulteriore motivo che li spinge a produrre oggetti necessari in questo periodo, soprattutto per medici e operatori sanitari, ma anche per qualsiasi cittadino: è la voglia di rendersi utili e di aiutare il proprio Paese come si può. Certamente questo fa onore a queste aziende e ai loro capi, ma se poi i carichi rimangono bloccati alla dogana, purtroppo il loro sforzo viene vanificato dalla sciocca burocrazia.