Una delle peggiori pagine della politica in tempi di coronavirus. Questa può essere considerata la levata di scudi di centrosinistra e centrodestra contro la decisione di Virginia Raggi di destinare una palestra inutilizzata, quella di Largo Mazzoni, all’accoglienza dei senzatetto della Stazione Tiburtina.
Maggioranza e minoranza del II Municipio sono riusciti finalmente a trovare un accordo. Che però è contro la sindaca che sta cercando di risolvere un problema di non poco conto.
L’incredibile reazione del II Municipio
Al fine di contenere il contagio da coronavirus, la Raggi ha individuato la soluzione rappresentata da una palestra sinora inutilizzata. L’esigenza di dare risposte di carattere sanitario non è però stata gradito da Holljwer Paolo, capogruppo di Fratelli d’Italia nel II Municipio. Che ha bollato come follia l’idea della sindaca di risolvere la questione. Con una motivazione che travalica ogni possibile immaginazione, in quanto secondo Paolo i senza fissa dimora stazionerebbero intorno alla stazione Tiburtina, per volontà dei “finti” volontari del Baobab experience.
A FdI si è presto accodata la maggioranza di centrosinistra. In questo caso sono stati a presidente Francesca Del Bello, l’assessora alle Politiche sociali Carla Fermariello e l’assessore allo Sport Rosario Fabiano ad affermare di dissociarsi totalmente dall’iniziativa. Anche in questo caso la motivazione è del tutto surreale: sarebbe la dimostrazione dell’incapacità della sindaca di individuare soluzioni concrete in grado di rispondere realmente ai bisogni delle persone che vivono in situazioni di povertà nella capitale.
La reazione di Baobab Experience
La levata di scudi del II Municipio ha a sua volta provocato la decisa reazione del Baobab Experience, ad opera di Andrea Costa. Il quale non ha esitato a definirla irresponsabile e vergognosa, soprattutto se proveniente da quel centrosinistra che continua a mostrarsi accogliente solo a parole. Come del resto fatto in precedenza con l’accoglimento di un ordine del giorno per lo sgombero di via Cupa, dove all’epoca erano appoggiati i migranti.