Nonostante la ferma presa di posizione di Alessio D’Amato, assessore regionale alla Sanità, i laboratori privati non si fanno eccessivi scrupoli a lucrare sul coronavirus. Un test presso le strutture private, infatti, viene a costare una cifra compresa tra i 70 e i 120 euro. Un prezzo che proprio D’Amato aveva definito immorale nei giorni scorsi, senza peraltro che i privati tornassero indietro.
La condanna di Alessio D’Amato
Le parole con cui l’assessore aveva bollato la situazione erano state molto chiare: “Il test in sé viene 5 euro. La sanità privata è molto coinvolta nella lotta al Covid, basti pensare al centro di Casal Palocco, ma le regole devono essere chiare, dovranno fare sistema con col sistema sanitario regionale e i prezzi dovranno essere contenuti altrimenti non mi siedo neanche al tavolo”. Sembra però che le sue parole non abbiano avuto gran peso, considerato come i prezzi siano rimasti gli stessi. Anche perché non è la Regione Lazio a fare i prezzi nelle strutture private.
Il modello toscano
Non è escluso, a questo punto, che anche nel Lazio si decida di seguire la linea dura adottata dalla Toscana. Nella quale proprio le autorità regionali hanno deciso di vietare l’ipotesi di eseguire i test sierologici ai laboratori non convenzionati. Inoltre vengono denunciati alla Protezione Civile tutti gli operatori che li eseguono senza prima aver provveduto a firmare un protocollo con le autorità sanitarie pubbliche.
La vera differenza, però, consiste nel fatto che al test possono sottoporsi tutti i cittadini di cui il medico curante o di base ritenga necessario lo screening. Ipotesi che, almeno per ora, nel Lazio non è stata neanche adombrata. Lasciando così campo libero ad un settore privato che dimostra di non avere eccessive remore di ordine morale nello sfruttare la paura scatenata dal diffondersi del Covid-19.