Anche Campagnano ora è zona rossa. Lo ha deciso la Regione Lazio dopo le notizie relative al decesso di una disabile nella struttura riabilitativa Santa Maria del Prato. Una morte avvenuta a causa del Covid-19 e senza che i parenti fossero avvisati della positività riscontrata nel centro. Ennesima conferma della situazione del tutto fuori controllo di una parte dell’assistenza sanitaria laziale. Naturalmente quella riconducibile al privato.
L’indagine della Regione Lazio a Campagnano
L’indagine che è stata avviata dalla Regione ha del resto reso inderogabile la chiusura di Campagnano. Sono stati infatti accertati 51 contagiati sui 108 ricoverati nella struttura, cui si vanno ad aggiungere 18 dei 61 operatori.
A rendere noto quanto accaduto è stata la denuncia presentata dai familiari della vittima, una donna di 47 anni deceduta lo scorso 11 aprile. Le modalità dell’accaduto sono state accostate da alcuni a quelle che hanno caratterizzato lo scandalo nella Rsa del Pio Albergo Trivulzio. A conferma che una volta passata l’emergenza un intero sistema dovrà essere messo da parte e rivoluzionato.
Campagnano zona rossa
La casa di riabilitazione è posta proprio al centro dell’abitato. Proprio questo fatto ha reso in pratica necessario chiudere Campagnano e farne l’ennesima zona rossa. Una decisione presa in accordo tra la Regione, il sindaco, il prefetto e il comitato tecnico scientifico della protezione civile nazionale. Resta naturalmente in piedi la questione relativa alle eventuali responsabilità di carattere penale a carico dei responsabili della struttura di Campagnano.
Al proposito è stata aperta un’inchiesta da parte della Procura di Tivoli, già impegnata nelle indagini sulle altre case di riposo disseminate lungo il territorio di competenza. Il fascicolo che è stato aperto, per il momento non prevede ipotesi di reato. Per saperne di più occorrerà però attendere lo sviluppo degli accertamenti, che si propongono di capire se le misure precauzionali siano state rispettate o meno.