Il coronavirus sembra aver cambiato completamente il corso degli eventi. E il calcio non sfugge certo alla regola. Come dimostra la vicenda della Roma, che sembrava ormai sul punto di essere trasferita da James Pallotta a Dan Friedkin, con ricca plusvalenza a favore dell’imprenditore di Boston. Ora, però, non è più così. Con la Serie A ferma ai box, il texano non è più disposto ad acquistare ai prezzi concordati in precedenza. E per Pallotta si prospetta addirittura una perdita.
Pallotta: la cessione è comunque obbligata
L’unica cosa certa, in tutta la vicenda, è che la Roma rimane in vendita. James Pallotta, infatti, è ormai stanco di perdere soldi, con il calcio fermo e la vicenda stadio che sembra finita su un binario morto. E se Friedkin è in vigile attesa, per Pallotta le cose si fanno sempre più complicate. La cordata di cui era espressione sembra non esistere più, mentre si avvicina la resa dei conti rappresentata dalla prossima relazione semestrale. Per la quale si preannuncia ancora un robusto segno rosso. Se i giocatori hanno accettato il taglio di quattro mensilità, la situazione rimane ancora molto critica. E Pallotta non sembra intenzionato a mettere mano al portafogli.
Cosa potrebbe accadere
Dan Friedkin rimane sullo sfondo, alla stregua di un vero e proprio convitato di pietra. Il magnate texano sembra voler attendere che venga chiarita la situazione, prima di trarre le dovute conclusioni. Va comunque profilandosi una situazione del tutto negativa per Pallotta. La necessità di turare la falla di bilancio potrebbe infatti costringerlo a cedere alle condizioni di Friedkin, il quale sarebbe poi chiamato ad intervenire sui conti, in maniera abbastanza pesante. Il tutto andrebbe naturalmente a riflettersi sul prezzo di vendita, comportando in pratica una minusvalenza per Pallotta. Una situazione che all’inizio dell’anno nessuno si sarebbe immaginato.