B&B e case vacanze in difficoltà: intervista a Francesco Petroni

Francesco Petroni ha aperto a Roma un Bed and Breakfast, Mary Louise B&B, a luglio 2019.  Il B&B è una piccola struttura con tre camere, un bagno privato, uno in comune a due stanze ed una piccola cucina. Si trova in zona Quadraro – Porta Furba che è a pochi passi dalla metro ed offre, tra gli innumerevoli vantaggi per i suoi ospiti, collegamenti rapidi con il centro.

Quali attività appartengono alla vostra categoria di Host Italiani del settore Extralberghiero non imprenditoriale?

Sono Bed and Breakfast e Case Vacanze, con Codice Fiscale e non con partita IVA,  ma anche Affittacamere ed Agriturismi. Almeno il 70 % delle attività in questo settore non sono  imprenditoriali, mentre il restante 30% sono imprese vere e proprie.

Non siete, quindi, degli imprenditori a tutti gli effetti? 

Noi come attività non siamo un’impresa e non abbiamo partita IVA ma è come se lo fossimo: abbiamo l’obbligo del CIR (Codice Identificativo Regionale) per segnalare la struttura a livello regionale, del CIU, (Codice Identificativo Univoco) della struttura rilasciato dal Comune, come le imprese, abbiamo l’obbligo di inoltrare ad uffici pubblici la regolare SCIA ( Segnalazione Certificata di Inizio Attività) prima di aprire, e come le aziende paghiamo mutui, affitti, tasse come la TARI speciale, Canone RAI speciale, SIAE, veniamo automaticamente nominati esattori per conto del Comune, degli Enti Locali per la riscossione della tassa di soggiorno. Dichiariamo poi i nostri ospiti alle Questure e all’ISTAT.

Quali sono le principali problematiche che stanno riscontrando e prevedono di riscontrare le strutture di microricettività come voi?  

Molti di noi hanno solo questo reddito e le entrate cominciano a scarseggiare, con molte spese da affrontare ed una famiglia alle spalle da mantenere. Oltre a non aver ricevuto nessun sostegno dal Decreto Cura Italia, non abbiamo nemmeno i requisiti minimi del reddito di cittadinanza. Non ci spetta nessuna agevolazione nemmeno sulle tasse ed è normale che, quando riapriremo, lo faremo con il freno a mano tirato. Tenga presente poi, che i nostri clienti saranno solo italiani ed il turismo estero non riusciremo a farlo ripartire prima del prossimo anno, andando comunque in perdita. 

Secondo lei perché il vostro settore non ha ricevuto aiuti dal decreto “Cura Italia”?

Purtroppo noi non siamo riconosciuti dal Governo come categoria bisognosa di misure pubbliche di sostegno e vengono addirittura aiutati in questa situazione, i lavoratori in nero che comunque, a differenza nostra, non mandano avanti il PIL Nazionale. Semplicemente penso che il Governo abbia scelto di privilegiare solo gli imprenditori e ignori completamente l’esistenza di forme non imprenditoriali come le nostre che, invece, rappresentano una fetta importantissima del mercato turistico nazionale ed integrano l’attività del settore alberghiero ampliandone l’offerta, attirando milioni di nuovi viaggiatori da tutte le parti del mondo.  L’indotto generato dalla ricettività messa a disposizione dalla nostra categoria rappresenta una fetta importante dell’economia locale. Ma adesso veniamo considerati alla stregua di attività abusive e veniamo completamente dimenticati. 

Ma qual è il contributo che la vostra categoria di Host non imprenditoriali dà al PIL Nazionale? 

Noi siamo tra i motori trainanti del settore del turismo con una fetta del 12% -13% del mercato nazionale. Ma consideriamo anche i profitti delle strutture che ruotano intorno alla nostra attività: le faccio un esempio, se lavoro io lavorano anche bar, pub, pizzerie e negozi che stanno nelle vicinanze del mio Bed and Breakfast e la stessa cosa vale per chi ha una struttura come la mia in una località di mare, quindi garantisce entrate, allo stabilimento balneare, ai ristoranti, alle imprese locali. Noi siamo anche quelli che fanno fatturare, quindi guadagnare le OTA (Online Travel Agency) come Booking e Aitbnb, grossi colossi del turismo internazionale.

Quali sono le spese a cui dovete continuare a far fronte? 

Attualmente noi come struttura abbiamo soltanto spese e nessuna entrata: bollette, affitto, mutuo, TARI speciale, SIAE, Canone Rai Speciale, assicurazione della struttura, manutenzione dell’immobile e degli estintori per la sicurezza, spese a cui si andrà ad aggiungere quella probabile al 99%, della sanificazione del locale. 

Quali sono le perdite che stimate di avere per questa estate a causa delle limitazioni imposte dall’emergenza coronavirus? 

Lei consideri che ad inizio Marzo la mia attività registrava circa un’ottantina di prenotazioni, anche a copertura del periodo estivo. Al momento le richieste per la nostra categoria di Host sono sotto lo zero. Da quando poi è stata imposta la chiusura io, come altri miei colleghi, abbiamo avuto il 100% di perdite, cosa che si protrarrà sicuramente anche almeno per i prossimi due mesi, finché non avremo dal Governo delle linee guida chiare, sulle misure di sicurezza come gel, mascherine, guanti, sanificazione degli ambienti. La previsione della fine della sofferenza generata da questo periodo di crisi è individuata nella prossima stagione, un anno da oggi (se non due), e per questo, soprattutto le categorie non imprenditoriali rischiano maggiormente di non essere in grado di provvedere al proprio sostentamento, vale sia per chi ha un Bed and Breakfast al centro che ospitava almeno per il 70% turisti stranieri, sia come me, che ospitavo anche lavoratori fuori sede e pendolari, che diminuiranno anche a causa del protrarsi del lavoro in smart working.

Se poteste comunicare direttamente con il Governo cosa direste per far capire il vostro disagio, cosa provate in questo momento e quali suggerimenti dareste? 

Intanto già faremo sentire la nostra voce in Parlamento, grazie alla mediazione di Salvatore Rinaldi, Coordinatore Nazionale del Dipartimento Turismo settore extra-alberghiero di un partito dell’opposizione. Personalmente penso che chi sta al Governo non ha mai avuto un bar, non ha mai avuto un B&B e non è mai stato nel commercio e quindi non ha chiara la situazione di cosa abbiamo bisogno noi a livello pratico.

Vogliamo dire al Governo che in questo periodo difficile per l’economia invece di vivere alle spalle dello Stato chiedendo il reddito di cittadinanza ci siamo organizzati per mantenerci da soli ed essere produttivi per l’economia del Paese. A livello emotivo siamo a pezzi, io mi salvo in parte perché almeno ho un immobile di proprietà, a differenza di chi ha oltretutto la spada di Damocle dell’affitto o del mutuo.

CHIEDIAMO di essere riconosciuti come categoria, bisognosa di aiuti al pari delle attività imprenditoriali con partita IVA. CHIEDIAMO un sostegno economico come per le imprese a partire da Marzo, da quando cioè è cominciata l’emergenza che dovrà durare fino alla normale ripresa dei flussi turistici che in base ai dati statistici non avverrà prima dell’anno nuovo. CHIEDIAMO la sospensione della rata del mutuo delle strutture ricettive e la moratoria sui canoni di affitto con un accordo tra le parti, in cui rinegoziare una riduzione di almeno il 30% rimborsabile ai proprietari dell’immobile con un credito d’imposta.

CHIEDIAMO sospensione di IMU, TARI, SIAE, Canone RAI speciali per tutto il 2020, e per le utenze, essendo stati inattivi, di non essere soggetti ai costi fissi, ma di pagare solo il reale consumo. CHIEDIAMO al Governo di mediare per la sospensione della copertura assicurativa di almeno 6 mesi o un anno e di darci la possibilità per tutto il 2020 di affittare a medio-lungo periodo, magari a studenti e lavoratori, senza dover necessariamente chiudere la SCIA.

Possiamo accettare prestiti da parte delle banche solo a fondo perduto, come anche gli aiuti dall’Unione Europea, non potendo permetterci il lusso di indebitarci ulteriormente. Quindi il nostro appello è: Aiutateci, perché state lasciando senza  nessun sostegno migliaia di famiglie, che prima avevano un reddito e che ora non hanno più la possibilità di mantenersi a favore di categorie abituate a vivere di tutele e sussidi.

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