Ora Vito Crimi apre alla ricandidatura di Virginia Raggi. Provocando la scontata reazione di Roberta Lombardi, ormai decisa a giocare il ruolo di grande antagonista della sindaca. Un copione ormai scontato in un Movimento 5 Stelle dilaniato tra due correnti, quella autonomista della sindaca e quella che invece guarda all’alleanza con il Partito Democratico.
La presa di posizione di Crimi
La presa di posizione di Vito Crimi, capo politico reggente del M5S nazionale, è avvenuta sulle colonne del Fatto Quotidiano. Ove ha affermato l’esigenza di riconsiderare la regola del secondo mandato per i primi cittadini di Roma, Torino e Vimercate per non buttare via esperienze preziose.
Una motivazione abbastanza logica alla luce del fatto che i sindaci diventano tali dopo aver fatto almeno una consiliatura e, di conseguenza, se restasse la regola dei due mandati non avrebbero mai la possibilità di consolidare il lavoro svolto nel corso del primo. Ma evidentemente a qualcuno un argomento così logico e scontato non piace, per motivi del tutto personalistici.
La Lombardi apre il fuoco amico
Come da copione, ormai scontatissimo nel M5S laziale, all’apertura di Crimi ha subito fatto seguito la reazione sdegnata di Roberta Lombardi. Che dopo non aver mai detto nulla di fronte all’introduzione del mandato zero per i consiglieri comunali, ha naturalmente proclamato ridicola la proposta del reggente.
L’ex candidata alla presidenza della Regione Lazio, ormai impegnata da mesi ad affiancare il Partito Democratico in Regione, ha subito aperto il fuoco “amico” sulla Raggi, confermando quello che ormai è del tutto evidente a chi guardi con un minimo di attenzione alla politica romana, ovvero la sua irriducibile avversione all’ipotesi di un Raggi bis che segnerebbe con ogni probabilità la chiusura di ogni varco per la stessa prosecuzione della sua carriera politica nelle file del M5S, proprio in considerazione delle posizioni antitetiche che le due primedonne grilline della regione incarnano.