Omicidio Sacchi, la famiglia vuole la verità, ma il processo slitta al 9 giugno

Davanti alla prima corte d’assise di Roma, oggi ha avuto il via il processo per l’omicidio di Luca Sacchi. Si tratta delle tristemente nota storia del ragazzo di 24 anni, professione personal trainer, ucciso nella notte tra il 23 ed il 24 ottobre 2019.

Si tratta del ragazzo ucciso con un colpo di pistola alla testa davanti ad un pub a Roma, in zona Colli Albani. La stranezza delle lungaggini burocratiche italiane e della giustizia però hanno prodotto la sorpresa. L’udienza è stata spostata al 9 giugno. E nel frattempo la famiglia del povero Luca chiede giustizia.

Il rinvio al 9 giugno

La Prima Corte d’Assise ha preso la decisione di rinviare tutto al 9 giugno. Un rinvio dettato dal fatto che i giudici hanno deciso di concedere più tempo alle parti in causa, per presentare la lista dei testi e per visionare ciò che hanno prodotto i rilievi della polizia scientifica.

I genitori di Sacchi che hanno partecipato all’udienza hanno rivisto dopo mesi la ragazza di Luca. Il commento dei familiari del povero personal trainer, fuori dal Tribunale, non è stato dolce per la ragazza di Luca. “Ci ha fatto male rivedere Anastasiya. Così fredda. Non ci ha nemmeno degnato di uno sguardo”, queste le parole dei familiari di Luca.

Anche la ragazza imputata per l’omicidio

Per l’omicidio Sacchi sono 5 gli imputati, compresa la fidanzata della vittima, quella Anastasiya Kylemny di cui parlavano i parenti di Luca. Anastasiya sarà comunque anche parte lesa del processo. Oltre alla ragazza, il processo vede imputati Valerio Del Grosso e Paolo Pirino, i due ventenni di San Basilio considerati autori materiali dell’omicidio, Marcello De Propris, fornitore dell’arma del delitto e Armando De Propris, padre di Marcello, proprietario della pistola.

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