Si farà la funivia tra Battistini e Casalotti. Lo ha ribadito Virginia Raggi nell’intervista concessa a Radio Rock, tornando a porre l’accento su una delle proposte che avevano caratterizzato la sua campagna elettorale. «Verrà costruita. Siamo in attesa. L’Italia tutta ha subìto una battuta d’arresto, ma appena il ministero dei Trasporti approverà il decreto attuativo procederemo, il progetto va avanti»: queste le parole da lei proclamate durante l’intervista.
Il progetto
Il progetto prevede sette stazioni, tra cui i due capolinea, unite da fune attraverso 41 piloni in acciaio zincato di altezza variabile (tra 15 e 36 metri), per un totale di 3,85 chilometri di percorso. Ad esse si unirebbero parcheggi, a raso e interrati, un ponte carrabile e uno ciclopedonale, oltre alle opere stradali disseminate lungo il tracciato. Il tutto da costruire entro il 2021, quando l’opera dovrebbe entrare in funzione con il fine di alleggerire il traffico in uno dei tanti punti della città ove si rivela problematico da gestire.
Le polemiche
Naturalmente, come tutte le cose proposte da Virginia Raggi, si pensi a quanto accaduto in relazione all’abbattimento della Tangenziale Est, i comitati di quartiere hanno espresso scetticismo, affermando che sarebbe meglio il prolungamento della Metro A, in quanto la funivia non risolverebbe il problema del traffico.
Va peraltro sottolineato come nel corso della campagna elettorale la proposta della sindaca fosse stata accolta come una stravaganza, dimenticando (o ignorando, che peraltro sarebbe ancora peggio) che opere di questo genere sono già esistenti in molte città del globo.
Basti pensare a quelle già attive a Berlino (Germania), Londra Gran Bretagna), Madrid e Barcellona (Spagna), Lisbona (Portogallo), Ankara (Turchia), New York e Portland (Stati Uniti), Caracas e Merida (Venezuela), Bogotà e Medellin (Colombia), La Paz (Bolivia). E secondo le cronache che le riguardano, sembrano funzionare non bene, ma benissimo. Ma forse è proprio questo che temono gli avversari della Raggi.