Come era facilmente prevedibile, dopo l’annuncio di voler correre contro Virginia Raggi, ora Massimo Ghini torna sui suoi passi e afferma che la sua è stata semplicemente una provocazione. Che, però, in un primo momento non era sembrata tale, proprio in considerazione del fatto che l’attore è stato consigliere comunale dal 1993 al 1998 e non ha mai nascosto le sue simpatie politiche di sinistra.
Ci vorrebbe un Petroselli
Se la retromarcia innescata su una eventuale candidatura, in fondo, non suona molto sorprendente, la parte più interessante delle nuove dichiarazioni di Massimo Ghini è quella relativa al fatto che servirebbe un nuovo Petroselli, alla Capitale. Il riferimento è naturalmente all’ormai leggendario sindaco comunista nel periodo tra il 1979 e il 1981. Un periodo breve, nel corso del quale, però, Petroselli riuscì a farsi amare dalla cittadinanza tutta, tanto da essere ancora oggi considerato il migliore primo cittadino mai avuto da Roma.
Un Petroselli non c’è, oggi
Il problema vero, però, è che oggi un Petroselli non c’è. Perché lui fu il sindaco delle periferie, l’uomo che regalò finalmente un sistema fognario a centinaia di migliaia di persone che sino a quel momento erano rimaste ai margini della città. Una decisione storica che eliminò finalmente il vero e proprio fossato che era esistito sino ad allora e che dimostrò la vicinanza del PCI ai meno fortunati.
Una vicinanza che nel corso dei decenni successivi si è trasformata nel suo opposto, tanto che oggi il PD è votato quasi esclusivamente nel centro cittadino venendo praticamente espulso dalle periferie. Insomma, Massimo Ghini lancia un sasso nello stagno, ma il problema è che nessuno sembra in grado di raccoglierlo nelle file del centrosinistra, ove è ormai venuta a mancare quell’anima popolare che era stata la vera caratteristica del PCI di Luigi Petroselli. E chissà se tornerà mai.