Siamo abituati a vedere tutto in maniera negativa in questo periodo. Il Coronavirus ha destabilizzato le nostre vite, ricordandoci quanto siano importanti i rapporti umani. Tanti ambiti professionali sono stati colpiti dalla pandemia, tra questi anche quello dell’arte: niente più concerti e spettacoli, cinema e teatri chiusi e artisti letteralmente allo sbaraglio.
Enrico Brignano ha provato a dare un messaggio di speranza con il suo spettacolo “Un’ora sola vi vorrei”. La sceneggiatura era stato impostata per la messa in scena nei teatri, ma tutto è stato riadattato per poter andare in onda in televisione sulla Rai.
Nelle ultime due puntate lo showman ha voluto la presenza dei giovani attori alle prime armi per lanciare un messaggio di speranza. Caterina Cianfa, attrice romana che si è formata artisticamente a Los Angeles, ha avuto la possibilità di poter partecipare allo spettacolo e ha voluto raccontare la sua esperienza.
Recentemente hai partecipato all’ultima puntata dello show televisivo di Enrico Brigano “Un’ora sola vi vorrei”. Com’è nata questa opportunità e cosa ti ha lasciato dentro in un periodo così difficile per il mondo dello spettacolo?
“L’esperienza è stata fantastica, anche se tutto molto veloce. In televisione è così. La produzione cercava per queste puntate speciali dei giovani attori alle prime armi, per dare un messaggio di speranza in questo periodo poco felice. Mi hanno chiamato dai casting due volte: la prima per conoscere la mia storia, la seconda invece per confermarmi il casting e darmi informazioni su tutto. Una settimana dopo circa sono iniziate le prove agli Studios sulla Tiburtina, dove ovviamente ho dovuto svolgere l’ormai classico rituale del tampone e poi, conosciuto l’esito, sono potuta salire sul set. Lì ho potuto assistere al processo artistico di Brignano che è stato interessantissimo: capire come lui fosse in controllo di tutto quello che avvenisse sul palcoscenico e anche come intrattenesse il pubblico in sala anche improvvisando! Se fai questo lavoro, vedere un grande artista all’opera è molto emozionante. Ho vissuto tante sensazioni durante questa esperienza. Non salivo sul palco da tanto, l’ultima volta è stata per un musical a settembre e tornarci, soprattutto con una persona di livello come Brignano, è stato bellissimo. In questo momento di poca speranza per gli artisti in generale, questo è stato un grande regalo che mi ha fatto il 2020. Questa esperienza mi ha lasciato tanta voglia di fare, di continuare a studiare e di sperare in qualcosa di migliore rispetto a ciò che stiamo vivendo. E’ stata la luce in fondo al tunnel. L’arte è molto importante: far ridere aiuta a dimenticare per un attimo il mondo esterno e lui ci è riuscito”.
Brignano come ti è sembrato?
“Mi ha colpito molto. Come ho detto prima, ha espressamente richiesto la presenza di noi artisti in erba per lanciare un messaggio importante. Secondo me questa è una cosa molto bella perché un personaggio così grande come lui non ha bisogno di nessun tipo di pubblicità. E’ stato come se lui necessitasse di noi e non il contrario. C’è stato un momento in cui mi sono rivista in lui. Durante le prove ci ha raccontato che più volte non è stato preso all’Accademia di Recitazione. La stessa cosa è successa a me in Italia, poi sono andata a Londra per dei provini e mi hanno presa per andare a Los Angeles. La sua perseveranza e determinazione mi hanno ricordato il mio percorso: queste caratteristiche sono fondamentali per chi vuole fare questo mestiere”.
Hai detto che calcare nuovamente il palcoscenico è stato come vedere la luce infondo al tunnel. Purtroppo però cinema e teatri sono ancora chiusi a causa della pandemia. Pensi si possano trovare delle soluzioni per continuare a lavorare in questa circostanza?
“Innanzitutto c’è da dire che ciò che ha fatto Brignano è stato molto carino e spero che la Rai, così come altre reti, si ricordino dei giovani attori visto che le porte chiuse dei teatri non aiutano all’inizio della carriera. Ad attori di un certo calibro cambia poco, solo lo spostamento dal teatro alla televisione, mentre noi siamo i più colpiti. C’è da dire che il Covid è ancora in circolazione e siamo ancora molto esposti, ma penso che una soluzione potrebbe essere quella di creare una piattaforma su cui poter vedere gli spettacoli in streaming pagando il classico prezzo del biglietto. Come avviene per serie tv e film, così potrebbe avvenire anche per le rappresentazioni teatrali. Su questo devo dire che ci sto lavorando personalmente. Ovviamente l’esperienza non sarà mai simile a quella dal vivo, però mi sembra una valida soluzione momentanea”.