Stadio Roma, dopo Tor di Valle la società non perde tempo: incontro in Campidoglio per valutare nuove aree

Dopo 9 anni la Roma ha abbandonato definitivamente il progetto che vedeva sorgere lo stadio sui terreni di Tor di Valle. Una perdita di circa €75mln al 31 dicembre 2020 ha reso impossibile la realizzazione, oltre che la lentezza delle pratiche burocratiche (basti pensare che l’Allianz Stadium, impianto di proprietà della Juventus, è stato realizzato in 3 anni).

I Friedkin comunque non vogliono perdere tempo e, secondo quanto riportato dall’ANSA, hanno programmato un incontro in Campidoglio, per settimana prossima, per valutare nuove aree. La perdita di tempo e soldi hanno comunque alimentato le polemiche contro la giunta Raggi, arrivata ormai al capolinea secondo molti.

Stadio Roma, niente più Tor di Valle: i commenti dei politici

MARINO INFEROCITO – Il più inferocito è l’ex sindaco Ignazio Marino, primo a sostenere l’idea di Pallotta (allora presidente giallorosso). Ai microfoni della Dire ha dichiarato: “Ottenemmo che i costruttori investissero centinaia di milioni di euro per realizzare opere legate allo stadio come un nuovo ponte pedonale per la Stazione FL1 della ferrovia Roma-Fiumicino, un ponte carrabile sul Tevere, il potenziamento della Roma-Lido con 16 treni ogni ora, il prolungamento della Metro B, per far giungere la maggior parte degli spettatori allo stadio su rotaia. Tutto questo è stato cancellato dall’amministrazione successiva che ha rinegoziato un progetto con i costruttori tale da eliminare tutte le opere utili per gli abitanti di Roma. Segnale molto negativo per gli investitori stranieri“.

POLITICI INDIGNATI – Oltre all’ex primo cittadino di Roma, sono molti i politici che hanno commentato negativamente l’accaduto. Il candidato a sindaco Calenda, in un Tweet, ha scritto che ora si è capito perché “i 5 Stelle non devono governare“. Anche il PD, tramite la voce di Morassut, ha seguito questa linea aggiungendo che si è solo perso tempo e si sono illusi i tifosi. Durigon, coordinatore regionale della Lega, non ci ha pensato due volte a definire il lavoro della giunta Raggi come un “fallimento definitivo“.

Con le elezioni a breve, questo duro colpo non serviva alla Raggi che non ha avuto la strada spianata nel gestire la città eterna. Ora starà ai cittadini giudicare, mentre i politici si sono già espressi.

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