Stefano Cucchi, venduta la casa a Morena. La sorella: “Spese insostenibili”

Un altro capitolo della vita travagliata di Stefano Cucchi si è chiuso in questi giorni. La sua casa nella zona periferica di Morena, acquistata dai genitori, è stata venduta perché le spese erano diventate ormai insostenibili. Lo ha spiegato la sorella Ilaria in un lungo post sul suo profilo Facebook.

Il programma di riabilitazione consigliato dal CEIS comprendeva una casa autonoma per Stefano, per cercare di ritrovare autonomia e responsabilizzare il ragazzo (tossicodipendente), ucciso nel 2009 per colpa delle violenze ricevute in carcere da parte di due ufficiali dell’Arma dei Carabinieri (condannati solo nel 2019 dopo lunghi processi).

Il post di Ilaria Cucchi

 

Attraverso le parole scritte sul social network, Ilaria ha spiegato le motivazioni di questa scelta: “La casa di Morena i miei genitori l’avevano comprata per Stefano. Era nel programma consigliato dagli operatori del CEIS, a loro lui aveva scritto la notte del 21 ottobre 2009. Poche ore prima di morire. Aveva raccolto tutte le sue ultime energie per chiedere loro aiuto. Questa lettera i cui caratteri esprimono drammaticamente il suo dolore ma anche la sua disperata voglia di vivere nonostante le gravissime lesioni infertegli dopo il suo arresto. Mamma e papà hanno continuato a pagarne il mutuo fino a che hanno potuto. Per fare questo sono rimasti indietro con le rate di casa loro. Non era possibile andare avanti oltre ed allora ho deciso di vendere la casa di Stefano.Confesso che non la amavo, quella casa, perchè era il teatro del nostro fallimento. E poi, quando vi sono entrata dopo la sua morte, vi ho visto, appesa sulla parete e ben visibile, una grande fotografia con il mio volto. Quattro giorni fa l’abbiamo venduta. Un momento tanto triste. L’ha comprata una giovane coppia. Bellissimi. Ci hanno detto che erano fieri di aver comprato la casa di Stefano Cucchi. Erano emozionati. Stefano non era certo un eroe. Era un essere umano. Era mio fratello. Ora il suo nome significa qualcosa di importante. Non può essere una consolazione ma mi rasserena il fatto che la sua casa appartenga a due giovani che quel significato sanno cogliere“.

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