La Polizia di Stato ha chiuso una sala scommesse illegale che si trovava nel quartiere Trieste della Capitale. L’attività stava fruttando molto lavoro al proprietario e infatti l’afflusso di clienti era davvero importante. A denunciare la cosa è stato un poliziotto che per motivi personali spesso passava a piedi davanti al locale. L’agente ha notato strani moviementi dentro e fuori dall’esercizio commerciale che non aveva una insegna. Per tale motivo ha deciso di avvisare i colleghi che hanno prontamente agito.
Sala scommessa illegale scoperta a Roma
Nel quartiere Trieste di Roma è stata scoperta una sala scommessa illegale. Ad allertare la Polizia è stato un poliziotto fuori orario lavorativo che ha notato strani movimenti nel negozio. Le Forze dell’Ordine hanno fatto un blitz nella serata di ieri. I poliziotti hanno fatto irruzione nel locale che, secondo il gestore, doveva essere un punto vendita di servizi telematici.
Una volta entrati nel locale, gli agenti hanno però notato la presenza di un arredamento tipico delle sale scommesse. Nel negozio erano presenti infatti delle postazioni per computer con annessa una stampante. Tutto questo ha insospettito le Forze dell’Ordine che hanno indagato quindi per fare chiarezza in mertito alla questione.
Dopo alcuni accertamenti, gli inquirenti hanno scoperto che nel locale era stata messa in atto una raccolta di scommesse, il tutto senza autorizzazioni necessarie e senza alcun titolo. Le Forze dell’Ordine hanno identificato immediatamente e poi hanno controllato anche le persone che vi lavoravano. L’esercizio commerciale aveva esclusivamente la licenza per la commercializzazione di vendita e ricarica di conti da gioco autorizzati. Il negozio era invece priva di licenza per lavorare come agenzia di scommesse.
Leggi anche: Roma, la Guardia di Finanza incastra i furbetti delle mascherine
Al termine degli accertamenti, la Polizia ha fatto una maxi multa al proprietario da gioco. L’uomo è chiamato a pagare più di 20 mila euro a causa della sala scommesse illegale che aveva realizzato. I locali inoltre sono stati chiusi per cinque giorni a causa della mancata esposizione dei cartelli che indicano la capienza massima all’interno del negozio. Per via della normativa anti-Covid è infatti necessario scrivere queste informazioni all’esterno del locale.