E’ in arrivo un nuovo sciopero sindacale da parte di Atac e Roma Tpl che metteranno in difficoltà la mobilità a Roma questo venerdì. La conferma è arrivata tramite un comunicato ufficiale pubblicato sul sito, nel quale sono state anche spiegate le motivazioni.
Roma si blocca ancora. Roma Tpl e Atac hanno annunciato un nuovo sciopero sindacale dopo quello effettuato l’8 marzo. La nota ufficiale conferma il tutto: “Venerdì 26 marzo trasporto pubblico romano a rischio per lo sciopero nazionale di 24 ore indetto dai sindacati Filt Cgil, Fit Cisl, Uil Trasporti, Ugl Fna e Faisa Cisal. L’agitazione interesserà Atac e Roma Tpl e quindi: bus, tram, metropolitane, ferrovie Roma-Civitacastellana-Viterbo, Termini-Centocelle e Roma-Lido. Saranno comunque in vigore le fasce di garanzia: il servizio sarà quindi regolare da inizio corse diurne e fino alle 8:30 e poi dalle 17 alle 20. I possibili stop si potrebbero verificare dalle 8:30 alle 17 e dalle 20 sino al termine del servizio diurno, mentre nella notte tra giovedì e venerdì a rischio le linee di bus N. Durante le sciopero, nelle stazioni della rete metroferroviaria che resteranno eventualmente aperte, non sarà garantito il servizio di scale mobili, ascensori e montascale. Durante lo sciopero non garantito il servizio delle biglietterie; i parcheggi di interscambio restano aperti. Il servizio delle biglietterie on-line non subirà alcuna interruzione. Nel corso della giornata di venerdì saranno inoltre possibili ripercussioni sulle attività al pubblico di Roma Servizi per la Mobilità: sportello permessi, contact center 0657003 e box informazioni a Termini“.
Le motivazioni dello sciopero
Come spiegato nel comunicato, lo sciopero avverrà per protestare riguardo i seguenti argomenti: “Per la tutela della salute e sicurezza delle lavoratrici e dei lavoratori; per la proroga della moratoria sui licenziamenti; per un welfare pubblico e universale; per una pensione dignitosa a 60 anni di età o, in alternativa, 35 anni di contributi per tutte e tutti, senza decurtazioni che di fatta discriminano i redditi bassi e le donne; per il diritto al lavoro, a salari e carriere senza discriminazioni; contro le politiche di austerity che impoveriscono i lavoratori e discriminano donne e immigrati; contro la forma di controllo classista e familista riproposto dalla struttura del reddito di cittadinanza; contra la precarietà lavorativa e sociale che colpisce soprattutto le donne“.