Goffredo Bettini, ex parlamentare dem e voce storica del PD, ha rilasciato una significativa intervista al Corriere della Sera. Tra le sue dichiarazioni, ce ne sono alcune in merito alle candidature del centrosinistra per le elezioni di Roma 2021. I romani infatti saranno chiamati alle urne il 10 e l’11 ottobre per decidere chi sarà il loro nuovo sindaco. Secondo Bettini il nome più forte sarebbe certamente quello di Nicola Zingaretti, ma l’uomo è attualmente Governatore della Regione Lazio e per questo non desidera candidarsi a sindaco della Capitale.
Goffredo Bettini: «Zingaretti candidatura più forte per Roma»
In un’intervista rilasciata al Corriere delle Sera, Goffredo Bettini ha parlato delle prossime elezioni comunali di Roma. Secondo la voce storica del PD «Zingaretti sarebbe, a mio avviso, la candidatura più forte. Per ovvie ragioni. Anche sulla vaccinazione nel Lazio, sta dimostrando di essere un fuoriclasse sul piano amministrativo».
«Ha ripetuto, tuttavia, che non vuole candidarsi a Roma. Deve concludere la sua complessa esperienza alla Regione, svolge un ruolo di governo locale da più di quindici anni, dovrà nelle prossime settimane “per forza di legge” commissariare il comune di Roma se non indicherà un sito per i rifiuti del suo territorio», ha continuato Bettini.
«Letta sta seguendo da vicino la vicenda. La risolverà al meglio. Aggiungo, per completezza, che occorre far presto per non logorare le altre candidature in campo. Di donne e di uomini.», ha spiegato l’ex segretario del partito nel corso dell’intervista.
Secondo Bettini, «Gualtieri, che si è detto disponibile a concorre alle primarie, rappresenta una carta di enorme valore per Roma. E garantisce un rapporto con il governo nazionale e l’Europa». Proprio per questo il nome dell’ex Ministro dell’Economia è approvato da Bettini.
«Il tema di Calenda è diverso. Non mi pare che egli accetti il percorso dell’alleanza del centrosinistra romano. Nulla di male. Se vorrà, giocherà la sua partita in piena libertà. Spero senza inasprire toni e conflitti con il Pd. Perché, a mio avviso, rimane il leader più significativo e vivo di quell’area liberale e modernizzatrice, indispensabile al campo democratico per vincere in Italia contro la destra», ha concluso l’ex leader del partito di sinistra.