Andrea Gioacchini venne ucciso il 10 gennaio del 2019, dopo aver lasciato i figli all’asilo. La vittima era in auto con la compagna, quando venne colpito da tre colpi d’arma da fuoco esplosi da un killer, che fino a oggi era rimasto sconosciuto.
La compagna rimase ferita, ma riuscì a salvarsi, mentre Gioacchini morì poco dopo all’ospedale San Camillo di Roma.
Svolta nell’omicidio di Andrea Gioacchini: tre arresti
Svolta nell’omicidio di Andrea Gioacchini, il 34enne freddato il 10 gennaio del 2019 all’ingresso dell’asilo in cui aveva appena accompagnato i figli. Nelle scorse ore gli uomini della Direzione Distrettuale Antimafia, in collaborazione con Polizia e Carabinieri, hanno arrestato tre persone. In manette sono finiti il presunto killer e i mandanti del delitto.
A finire in manette sono Fabrizio Olivani, 61 anni, che avrebbe premuto il grilletto contro Gioacchini, Ugo Di Giovanni, 67 anni, ed Emiliano Sollazzo, 36 anni, mandanti del delitto. Ai tre vengono contestati i reati di possesso di armi e omicidio premeditato e pluriaggravato. Quel giorno Andrea Gioacchini aveva accompagnato i figli all’asilo ‘Mais e Girasole’ di via Castiglion Fibocchi alla Magliana, quando un uomo – a bordo di uno scooter – lo freddò con tre colpi di pistola. Trasferita in condizioni disperate all’ospedale San Camillo di Roma, Andrea Gioacchini morì poco dopo. La compagna, che era in auto con lui, rimase lievemente ferita.
Il movente e i ruoli
Con precedenti penali per rapina, estorsione, detenzione d’armi e usura, Andrea Gioacchini era uscito da pochi giorni dal carcere di Civitavecchia nel quale scontò diverse pene accumulate negli anni. Il 34enne potrebbe aver pagato con la vita uno sgarro commesso.
Stando a quanto ricostruito dagli inquirenti, a pianificare il delitto sarebbero stati Sollazzo e Di Giovanni. Olivani, a cui i due avrebbero fornito l’arma e lo scooter, sarebbe stato assoldato per compiere il delitto e nei giorni precedenti a quel 10 gennaio, sarebbe stato ospitato nell’appartamento degli altri due indagati. L’omicidio sarebbe stato organizzato nei minimi dettagli, proprio a pochi giorni dall’uscita dal carcere di Gioacchini. Le indagini sono state coordinate dagli uomini della Direzione Distrettuale Antimafia, in collaborazione con Polizia e Carabinieri.
La goccia che avrebbe fatto traboccare il vaso sarebbero stati dei debiti accumulati da Gioacchini, come riferisce La Repubblica, ma dietro si celerebbe soprattutto la necessità di voler tenere in mano il controllo delle piazze di spaccio in un quartiere, come quello della Magliana, alla ricerca continua di un nuovo assetto dopo la caduta dei vecchi reggenti.