Manca meno di un mese all’apertura di “Raffaello”, la mostra dedicata a Raffaello Sanzio, che si prefigura già alla stregua di un successo. Sono infatti già più di 50mila i biglietti venduti in vista dell’evento che avrà luogo dal 5 marzo presso le Scuderie del Quirinale.
Un successo su cui sembra non influire almeno per ora l’allarme provocato dal coronavirus, che pure sta mandando in crisi il turismo nella capitale. Sono infatti moltissime le richieste provenienti dall’estero, dall’Asia agli Stati Stati Uniti, oltre a quelle europee. La speranza è che il virus proveiente dalla Cina non fermi i tanti appassionati intenzionati a visitare “Raffaello”.
“Raffaello”, oltre 200 le opere esposte
Saranno più di 200 le opere di Raffaello Sanzio esposte al pubblico, provenienti da Uffizi (50) e altre istituzioni italiane ed estere. La mostra dedicata al grande pittore rinascimentale nel 500° anniversario della sua morte, avvenuta ad appena 37 anni, si prospetta quindi come un grande evento.
La mostra andrà a toccare anche altri aspetti dell’artista, a partire dalla sua attività progettuale, senza tralasciare il suo contributo alle arti plastiche e decorative, all’architettura, all’urbanistica e all’antiquaria.
A promuoverla sono stati il Comitato nazionale per la celebrazione dei 500 anni dalla morte di Raffaello Sanzio, la Regione Marche e il Comune di Urbino.
Il legame tra Raffaello Sanzio e Roma
La scelta di Roma come sede dell’evento non è certo casuale. Proprio la Città Eterna si è potuta avvalere in maniera rilevante del genio del grande pittore urbinate. Il suo intenso operato si è infatti riverberato sull’Urbe andandone a ridefinire in profondità l’immagine, con effetti ancora oggi visibili.
Proprio per questo motivo la capitale è stata chiamata ad ospitare la più grande mostra mai realizzata su Raffaello Sanzio. Curata da Marzia Faietti e Matteo Lafranconi con il contributo di Vincenzo Farinella e Francesco Paolo Di Teodoro, l’esposizione si avvale di un comitato scientifico presieduto da Sylvia Ferino Pagden e composto da importanti specialisti internazionali. Tra i quali vanno ricordati Nicholas Penny (già direttore National Gallery di Londra), Dominique Cordellier (Musée du Louvre), Barbara Jatta (direttore Musei Vaticani), Achim Gnann (Albertina, Vienna) e Alessandro Nova (Kunsthistorisches Institut, Firenze).
“Raffaello”: tanti i contributi
Tra le istituzioni coinvolte vanno ricordate per quanto riguarda quelle nazionali, oltre ai Musei Vaticani, le Gallerie Nazionali d’Arte Antica di Roma, la Pinacoteca Nazionale di Bologna, il Museo e Real Bosco di Capodimonte, il Museo Archeologico Nazionale di Napoli, la Fondazione Brescia Musei.
Cui si sono aggiunte quelle estere, ovvero la National Gallery di Londra, l’Albertina di Vienna, il Museo del Prado di Madrid, la National Gallery of Art di Washington, il British Museum, il Musée des Beaux-Arts di Lille la Royal Collection, l’Ashmolean Museum di Oxford.
Tra i capolavori esposti vanno invece sottolineate le presenze della la Madonna del Granduca e la Velata provenienti dagli Uffizi, l’Estasi di Santa Cecilia, offerta dalla Pinacoteca di Bologna, il Ritratto di Baldassarre Castiglione e l’Autoritratto con amico (Louvre) la Madonna Alba (National Gallery di Washington) e la Madonna della Rosa (Prado).