Roma è ormai da tempo in grave difficoltà per la questione dei rifiuti. Una difficoltà derivante da una serie di eventi, a partire dalla chiusura di Malagrotta. Una chiusura che impone al Comune la ricerca di siti ove installare una discarica in grado di sostituire il vecchio impianto.
Oltre ai dati oggettivi, però, ora emerge con sempre maggiore chiarezza un fatto che era del resto stato ripetutamente segnalato: a Roma è in atto una vera e propria guerra dei rifiuti. Che potrebbe avere come obiettivo soprattutto Virginia Raggi.
La ricostruzione della magistratura
E’ stata proprio Virginia Raggi a denunciare la natura dolosa dell’incendio che ha distrutto l’impianto di trattamento meccanico biologico dei rifiuti di via Salaria. Nella sua denuncia, infatti, la sindaca ha ricordato le conclusioni dei magistrati, secondo i quali quando è scoppiato l’incendio la spina era staccata dalla presa elettrica e le telecamere erano fuori uso. Escludendo inoltre l’ipotesi di malfunzionamento dell’impianto di videosorveglianza del TMB Salario. Proprio i pm hanno quindi ricavato da questo quadro la convinzione che si sarebbe trattato di un gesto intenzionale volto ad oscurare l’origine del rogo.
Le parole di Virginia Raggi
Virginia Raggi ha affidato a Facebook il suo commento alla ricostruzione dei magistrati. In un suo messaggio ha infatti affermato: “L’incendio del Tmb Salario è stato doloso. Oggi possiamo dirlo senza dubbi: quello che ha portato alla distruzione dell’impianto trattamento dei rifiuti di Ama non è stato un incidente o un corto circuito, ma il gesto criminale di qualcuno che lo ha distrutto volontariamente. E che, pochi minuti prima di farlo, ha spento le telecamere di sicurezza. Ad accertarlo sono state le indagini dei magistrati della Procura di Roma”
Del resto, già a pochi mesi di distanza era praticamente stata esclusa dalla Procura l’ipotesi di un incidente. I rilievi tecnici dei vigili del fuoco, infatti, avevano sottolineato come non fossero stati trovati inneschi, senza però poter escludere la possibilità di un sabotaggio o di un atto volontario. Al quadro si erano peraltro aggiunte le gravi carenze nella manutenzione dell’impianto.
Le tappe della guerra ricordate dalla Raggi
Ancora la Raggi ha poi ricordato tutte le tappe di quella che ha definito una vera e propria guerra dei rifiuti. Una guerra, derivante dalla voglia di mettere le mani su un settore che nella capitale muove “interessi opachi e presumibilmente criminali”. In cui è possibile ravvisare i momenti salienti, a partire dalla distruzione, in corso ormai da un triennio, di beni e mezzi Ama.
Cui si aggiungono gli oltre 350 incendi che hanno colpito i cassonetti stradali, l’incendio doloso all’impianto di Rocca Cencia (parzialmente distrutto dalle fiamme nel marzo 2019) e i roghi che in epoca più recente hanno avuto come oggetto le imprese operanti nel settore del riciclo della carta. Senza tralasciare le fiamme che hanno distrutto un capannone a Pomezia e un edificio in via di Falcognana, nel Municipio IX di Roma. Una situazione sempre più problematica, che va a colpire soprattutto la possibilità da parte delle strutture comunali di dare risposte alle esigenze della città.