Virtus Roma, il crowdfunding è fallito

La Virtus Roma è ormai da tempo in notevoli difficoltà finanziarie. Pesa in particolare la mancanza di un main sponsor, disposto a sposare il glorioso sodalizio capitolino. Difficoltà che si sono riflesse anche sulla composizione del roster, in sede di mercato. Per cercare di ovviare a questa carenza, la società aveva deciso di lanciare una campagna di finanziamento tramite crowdfunding.

Progetto che è però fallito, come reso noto proprio da fonti societarie. Sono infatti stati raccolti appena 20mila euro sui 500mila che erano l’obiettivo minimo iniziale, sin troppo ambizioso. Soldi che sono stati restituiti a chi li aveva donati, come concordato all’inizio. Resta da capire perché si sia verificato questo passo falso e come ovviare in futuro.

Virtus Roma, il commento societario alla vicenda

Proprio la società capitolina ha voluto commentare quanto accaduto, dopo aver ringraziato The Best Equity per il supporto tecnico e professionale offerto. Secondo i vertici societari proprio lo strumento scelto, il crowfunding è forse ancora troppo avveniristico, come del resto dimostrato dai risultati. A questa constatazione si unisce però una velata critica alle forze cittadine che non hanno creduto di dover aderire alla campagna. 

Un problema che del resto affligge molte realtà non legate allo sport, che non riescono a trovare interlocutori. Basti ricordare in tal senso le difficoltà incontrate nel recente passato anche da Roma e Lazio nel calcio, che pure possono vantare bacini di utenza enormi.

Troppo elevate le quote per i tifosi?

Più di un osservatore esterno, però, ha fatto notare come l’aver posto come quota minima per i tifosi la somma di 250 euro sia stato un errore marchiano. Soprattutto in un momento non brillante dell’economia, infatti, una cifra di questo genere sembra fatta per sconsigliare chi pure vorrebbe contribuire alla gestione finanziaria del club. Molti appassionati, infatti, preferiscono contribuire acquistando i tagliandi per le gare di volta in volta, in modo da diluire l’impegno finanziario e renderlo più sostenibile per i propri bilanci. Una considerazione che sembra non essere stata fatta dal club, contribuendo largamento all’insuccesso finale.

La società non si arrende

Se il progetto di crowdfunding non è andato come si sperava, resta comunque in piedi la volontà da parte della società di riportare il basket romano in alto. Una volontà ribadita ancora una volta con grande forza, nonostante il momento non felice dell’economia, tale da comportare grandi difficoltà nel reperire soggetti che abbiano voglia di legare il proprio nome alla Virtus Roma.

Intanto, però, il peso della società continua a rimanere sulle spalle della famiglia Toti. Che dal canto suo continua a chiedere il sostegno da parte delle istituzioni e a scandagliare la scena cittadina. Resta solo da capire per quanto tempo potrà farlo, senza aver voglia di gettare definitivamente la spugna.

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