Ormai anche Roma e il Lazio si ritrovano in prima fila nella battaglia contro il coronavirus. Il diffondersi del contagio, infatti, obbliga tutto il Paese a fare i conti con una situazione preoccupante, in cui ognuno è chiamato a fare la sua parte. Iniziando naturalmente dalle istituzioni, in particolare la Regione, cui fanno capo le competenze in tema di sanità.
Un tema che sta provocando grandi polemiche in questi giorni, dopo i tagli dissennati alla sanità pubblica, sacrificata negli anni passati sull’altare del bilancio. Soprattutto nel Lazio, ove le vari giunte regionali non si sono fatte pregare per tagliare ospedali e posti letto. Salvo ritrovarsi ora di fronte ad una vera e propria crisi di sistema.
Regione Lazio, ora si corre ai ripari
Il piano elaborato dalla Regione Lazio per fronteggiare il coronavirus, sembra andare proprio nella direzione contraria a quanto fatto in precedenza. Anche da Nicola Zingaretti, accusato da più parti di aver chiuso ben 16 ospedali nella regione, tagliando migliaia di posti letto che oggi sarebbero preziosi.
A presentarlo è stato Alessio D’Amato, l’assessore competente, il quale ha iniziato affermando che si sta combattendo una battaglia. Per farlo è quindi necessario avere ben chiari gli obiettivi di fondo. In questo caso, per obiettivi di fondo si intende la ricostruzione di un sistema in grado di reggere il prevedibile urto delle prossime settimane. Anche in considerazione di atteggiamenti da parte dei cittadini stigmatizzati dallo stesso D’Amato, nei giorni passati.
Regione Lazio, i punti chiave del piano
La ricetta elaborata dalla Regione Lazio parte da due punti qualificanti: la formazione di un secondo hub specializzato al Columbus ed oltre 400 assunzioni. Il primo sarà naturalmente lo Spallanzani, che già si sta distinguendo per la capacità di risposta alla crisi. La struttura della fondazione Gemelli sarà a sua volta rinforzata dalla dotazione di personale medico specializzato ed infermieristico, per il quale già si sta provvedendo.
Anche il sistema dei laboratori chiamati ad analizzare i tamponi sarà rinforzato, con la supervisione dello Spallanzani, mentre il personale asintomatico continuerà a svolgere il proprio lavoro adottando naturalmente tutte le precauzioni necessarie.
Una risposta alle polemiche
Il piano messo in campo dalla Regione Lazio sembra una risposta diretta alle polemiche che stanno circolando in queste ore, di fronte alla mancanza di posti in rianimazione. Un dato di livello nazionale, ma che a Roma suona come una sorta di beffa, come ha fatto rilevare il filosofo Diego Fusaro. Sul suo sito, è infatti comparso un commento che condanna apertamente le politiche dissennate degli ultimi anni: “Ricordate l’ospedale Forlanini di Roma? Era un centro di eccellenza per la cura delle malattie polmonari. Aveva circa 3.000 posti letto disponibili. Nel 2015, fu chiuso. Ce lo chiedeva il mercato, del resto. Eppure ora sarebbe di vitale importanza.”
Il messaggio è immediatamente circolato sui social, rinfocolando le polemiche in atto sul diffondersi del Covid 19. La speranza è naturalmente che il piano della Regione Lazio si dimostri in grado di sopirle, per quanto possibile.