Ormai la confusione regna sovrana nel calcio. Non solo quello italiano, ove è da registrare il primo caso di coronavirus in Serie A, ma anche internazionale. Basti pensare a quanto è accaduto nella convulsa giornata di ieri, in cui i rumors si sono rincorsi per ore, destando non poca perplessità.
In particolare è stata proprio la Roma a ritrovarsi al centro di una vicenda grottesca. In cui la società giallorossa è stata costretta a osservare le strane giravolte dell’UEFA, ormai impegnata nella strenua difesa del classico “the show must go on”.
Cosa è accaduto tra Roma e UEFA
Se in Italia è prevalsa la ragione, sembra che il buon senso sia ormai merce rara presso molte istituzioni europee. L’UEFA non fa certo eccezione, considerata la sua strenua difesa di competizioni internazionali che ormai sembrano avere poco senso, di fronte all’emergenza in atto. L’ente calcistico europeo, ancora non contento delle imprese collezionate in precedenza, ora sembra intenzionato a non mollare la linea del Piave rappresentata dalla conclusione regolare di Champions ed Europa League.
Costi quel che costi. Una linea che stava per essere pagata dalla Roma (e dall’Inter). La società giallorossa, infatti, ad un certo punto ha rischiato di essere esclusa dall’Europa League, d’ufficio. La chiusura dello spazio aereo spagnolo agli aerei provenienti dall’Italia, infatti, impedisce al club giallorosso di presentarsi a Siviglia, per l’andata degli ottavi di finale di Europa League. Così come accadrà all’Inter nel ritorno con il Getafe.
Le trame dell’UEFA
Di fronte a quanto stava accadendo, l’UEFA ha provato addirittura a spingere Roma e Inter ad autoescludersi. Senza l’espulsione per un anno dalle competizioni internazionali previsto in questi casi. Una decisione grottesca, per svariati motivi: il primo è che oggi tocca alle squadre italiane, ma presto le stesse difficoltà le avranno i club iberici e, probabilmente gli altri.
La seconda risiede proprio nella farsa del Fair Play Finanziario, che costringe le società a mantenere i conti in ordine. Per farlo una delle vie è proprio quella di andare avanti il più possibile nelle competizioni internazionali, il cui meccanismo di spartizione dei proventi dipende molto dalla profondità del cammino fatto. Una considerazione che a quanto sembra Ceferin e compagnia non è in grado di fare.
Cosa accadrà ora
Naturalmente resta da capire cosa accadrà ora. Se il calcio italiano è già fermo e probabilmente tornerà solo il prossimo anno, alla luce della positività di Daniele Rugani al coronavirus, altri campionati potrebbero presto avere lo stesso esito. La decisione presa alla fine dall’UEFA, è stata di dare vita ad una sfida secca, tra le squadre italiane e spagnole.
Per la quale, però, ci sono molti problemi. Se la data è quella del 19 marzo, resta infatti da capire il luogo. La scelta dovrebbe essere per un campo neutro da reperire in Bulgaria, Francia, Polonia o Russia. Paesi che però sembrano riluttanti a dare la propria disponibilità, con una maggiore apertura degli ultimi due. Insomma, la tanto decantata fratellanza europea esiste solo sulla carta.