AS Roma, la necessità ora è di abbassare gli ingaggi

In attesa che il lockdown finisca, anche il calcio si interroga sul suo futuro. Che si presenta pieno di incognite considerato come il distanziamento sia un principio quasi incompatibile con luoghi come gli stadi, ove la calca è sempre stata all’ordine del giorno. Anche la Roma, dal canto suo, si interroga su come ricominciare l’attività e cercare di riportare sotto controllo i conti, che nell’era Pallotta sono andati completamente fuori controllo.

AS Roma, come affrontare la ripresa?

E’ Petrachi, ora, a dover affrontare con decisione la situazione, anche alla luce della mancanza di notizie sul fronte societario. Il direttore sportivo, in particolare, dovrà seguire alcune coordinate, per riuscire a rimettere in pista una Roma competitiva, ma sostenibile dal punto di vista finanziario: privilegiare acquisti di giovani e trovare parametri zero, avendo cura di eliminare tutti i rami secchi e gli ingaggi non più giustificabili. Un capitolo, l’ultimo, che negli ultimi anni si è andato infittendo a livelli molto pericolosi.

Fuori gli anziani

Basta scorrere la rosa per trovare molti atleti la cui permanenza, alla luce del rendimento offerto, non si giustifica assolutamente. L’elenco può tranquillamente comprendere Juan Jesus, Fazio, Perotti e Pastore. Oltre a Kalinic, che tornerà sicuramente all’Atletico Madrid. Si tratta cioè di giocatori che ormai non fanno parte dell’elenco dei titolari, sono troppo spesso fuori a causa dei problemi fisici o non rientrano proprio nei piani di Fonseca.

Il caso emblematico è rappresentato da Pastore, giocatore di cui nessuno mette in dubbio le doti tecniche, ma che, per un motivo o per l’altro, è praticamente sempre stato fuori causa nel corso dei due anni romani. In tal modo il suo ingaggio pesa in maniera mostruosa sulle casse sociali e non si giustifica neanche dal punto di vista tecnico, considerato che nel suo ruolo la Roma vanta Lorenzo Pellegrini e Mkitharyan.

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