Roma, senza svolta societaria ennesima rivoluzione

Se non ci saranno novità sul piano societario, per la Roma sarà rivoluzione in estate, l’ennesima della fallimentare esperienza Pallotta. La speranza è che stavolta restino fuori dalla girandola di cessioni almeno i gioielli rimasti, partendo da Zaniolo.

Il bilancio è nuovamente disastroso

Ancora una volta il bilancio si rivela disastroso. Nonostante le troppe cessioni illustri degli ultimi anni, la Roma continua a pagare stipendi altissimi a giocatori di nessuna utilità, a partire ad esempio da Juan Jesus, ormai separato in casa e dedito esclusivamente al ritiro di un ricco appannaggio alla fine di ogni mese.

L’esercito degli esuberi pesa per decine e decine di milioni. Non solo il difensore brasiliano, ma anche giocatori che sembrano ormai ai margini della rosa come Fazio, Perotti, l’eterno degente Pastore sono ormai una zavorra insostenibile in tempi di coronavirus.

Chi potrebbe essere ceduto

Al termine della stagione, ancora non si sa quando, nella Capitale torneranno poi coloro che avevano trovato una parziale sistemazione in prestito. I vari Florenzi, Olsen, Karsdorp, Gonalons e Coric difficilmente saranno riscattati dalle squadre con cui hanno disputato gli ultimi mesi. L’ex capitano non dovrebbe essere difficile da piazzare, ricavando una notevole plusvalenza, cui vanno aggiunti i 9 milioni che la Roma riceverà dal Sassuolo per Defrel.

C’è poi la questione relativa a Schick, che il Lipsia dovrebbe riscattare, anche se la società tedesca chiede una sconto che Petrachi potrebbe accordare, nell’ordine di 3 o 4 milioni rispetto ai 29 concordati in precedenza.  

Resta da capire se Nzonzi sarà ceduto al Rennes, considerato che la squadra francese è entrata in Champions League, con la sospensione anticipata della Ligue 1. In questo caso il compito per Petrachi si faciliterebbe notevolmente e resterebbero da piazzare Olsen, Karsdorp e Gonalons, oltre all’oggetto misterioso Coric.

I fallimenti di Monchi continuano comunque a pesare come un macigno sui conti e la speranza è che i giocatori si rendano conto che il calcio, dopo il dilagare del Covid-19, è mutato, prendendo atto della necessità di andare incontro alla società.

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