Le nuove esigenze sollevate dal coronavirus impongono di trovare nuove strade per organizzare il lavoro. Anche Roma Capitale sembra averne preso atto, con il nuovo piano per lo smart working rivolto ai lavoratori del Comune. Il quale è stato spiegato da Antonio De Santis, assessore al personale del Campidoglio.
Cosa prevede il piano per lo smart working del Comune di Roma
Il 30% dei lavoratori comunali potrà lavorare da casa. Questo è l’obiettivo che si propone il piano per lo smart working cui sta lavorando la giunta comunale. Altra direttiva che si sta facendo largo è poi quella che prevede non più orari rigidi, bensì il perseguimento di obiettivi. Una modalità la quale è del resto già stata adottata almeno parzialmente, ma che ora potrebbe diventare una regola, proprio in considerazione della vera e propria rivoluzione che è stata innescata dal diffondersi del Covid-19.
Il lavoro si avvia verso una vera e propria rivoluzione
Anche il Comune di Roma, quindi, sembra prendere atto che ormai il mondo del lavoro deve iniziare a guardare a nuove formule, proprio per poter affrontare al meglio un’emergenza che non si prospetta breve.
Basta osservare l’inizio della discussione relativa ad un accorciamento degli orari di lavoro, e le polemiche che hanno fatto seguito alla proposta lanciata dal Partito Democratico, che non prevede la parità di stipendio, per capire come i prossimi mesi saranno segnati dall’esigenza di ripensare al modello di lavoro attualmente esistente.
Il quale dovrà riuscire a contemperare l’esigenza di assicurare una fonte di reddito al maggior numero di persone possibile, evitando che i trasporti possano entrare in crisi a causa della necessità di rispettare il principio di distanziamento ormai obbligatorio. La proposta del Comune sembra andare quindi nella giusta direzione, anche se dovrà essere precisata sulla base di una discussione con le centrali sindacali.