Sembra farsi sempre più precaria la posizione di Casapound. Virginia Raggi, infatti, nelle ultime ore ha dimostrato di non avere alcuna voglia di farsi intimidire dal gruppo neofascista e ha provveduto a richiedere nuovamente lo sgombero dello stabile di Via Napoleone III al Ministero dell’Economia. Aggiungendo la richiesta alla Difesa per i prefabbricati di Ostia occupati di recente approfittando del lockdown.
La nota della Raggi
La nota indirizzata dalla sindaca ai ministeri diretti da due democratici, Gualtieri e Guerini, è molto chiara: “In assenza di palesi iniziative nonché di un riscontro, mi corre l’obbligo di sollecitare lo sgombero.”
Il messaggio è insomma chiaro: basta con l’antifascismo parolaio, si badi ai fatti. Resta da vedere se finalmente si riuscirà a porre fine ad uno scandalo lungo 15 anni, nel corso del quale è stato causato un danno erariale da 4,5 milioni di euro, mentre in tanti facevano antifascismo solo a parole, ritenendo probabilmente comodo tenere Casapound vicino alla stazione Termini e agitarlo alla stregua di uno spauracchio.
Sale la tensione a Ostia
Intanto, però, Casapound continua a provocare non pochi problemi di ordine pubblico. Dopo la contestazione alla Raggi, il gruppuscolo neofascista sembra ormai concentrato su Ostia, dove ha avuto modo di farsi notare con gli argomenti che sembra prediligere, ovvero le aggressioni proditorie a danno di chi prova ad opporsi al suo tentativo di militarizzare il territorio.
Come è accaduto dopo la manifestazione antifascista convocata sul litorale dall’ANPI. Tre in particolare gli episodi che hanno visto gli attacchi dei militanti di Casapound, ormai evidentemente a corto di argomenti, a danno degli antifascisti. Segno evidente del nervosismo che inizia a serpeggiare in chi pensava di poter spadroneggiare ancora a lungo contando sulle protezioni politiche e sull’immobilismo di chi è interessato a mantenere alta la tensione in modo da additare un pericolo squadrista che, per fortuna, è comunque limitato.