Negli ultimi giorni, la marcia di avvicinamento di Dan Friedkin alla guida della Roma sembra essersi notevolmente rallentata. Un rallentamento che, secondo alcuni osservatori delle vicende sportive capitoline, sarebbe da ascrivere al coronavirus. Con il calcio italiano ormai sprofondato nel caos, anche il magnate texano sembra essersi fermato per riflettere sul da farsi. In tal modo la firma che doveva sancire il passaggio del club alla nuova proprietà continua ad essere rimandato. Almeno sulla carta.
Friedkin e Roma: questione di prezzo?
Probabilmente, però, la verità è un’altra, ovvero che l’operazione sta andando avanti, ma con nuove valutazioni da farsi. In particolare occorre tenere conto dello stato preoccupante dei conti della Roma evidenziato dalla semestrale. La vera e propria voragine di 80 milioni lasciata dalla mancata partecipazione alla Champions League minaccia di riverberarsi in maniera molto pesante sul futuro della società.
Un considerazione che potrebbe aver spinto Friedkin a chiedere uno sconto sul prezzo inizialmente pattuito. Naturalmente di fronte ad una richiesta del genere Pallotta starà facendo le sue considerazioni e questo spiegherebbe agevolmente il rallentamento in atto.
Anche sullo stadio le voci sono discordanti
Del resto la confusione sembra regnare sovrana, a tutti i livelli. Le decisioni del governo, che hanno imposto le porte chiuse allo sport di qualsiasi genere, rischiano di dare una vera e propria mazzata a molte società. In questa ottica non stupisce che anche Dan Friedkin inizi a fare le sue riflessioni. Che potrebbero spingerlo anche a rimandare per quanto possibile l’acquisizione della Roma, per spuntare il miglior prezzo possibile.
Anche sullo stadio, peraltro, si registrano voci discordanti. Da un lato c’è chi afferma che le procedure relative a Tor di Valle sarebbero in fase conclusiva. Dall’altro vanno invece sottolineate le parole di Luca Montuori, assessore all’urbanistica e alle infrastrutture del Comune di Roma. Proprio lui ha infatti sottolineato come Roma Capitale sia solo uno degli attori in gioco e che senza il consenso degli altri, non sarà possibile andare avanti.
Vitek e i terreni di Tor di Valle
Il riferimento di Montuori è non solo alla Regione Lazio, ma anche a Radovan Vitek, il magnate ceco che deve rilevare le tre società del costruttore Luca Parnasi. Tra le quali Eurnova, che detiene i diritti sui terreni interessati. In questo caso l’intoppo sarebbe peraltro duplice. Gli uffici milanesi di Unicredit, che devono dare il loro consenso, vedono l’attività rallentata dal diffondersi del coronavirus.
Inoltre lo stesso Vitek avrebbe deciso di ritardare il viaggio programmato in Italia per la chiusura dell’operazione. Il diffondersi del contagio lo avrebbe consigliato a rimandare il tutto ad un momento più propizio. Alla fine, quindi, la Roma rischia di essere enormemente danneggiata dal coronavirus, anche se naturalmente la cosa fondamentale, in questo momento, è la salute pubblica.