L’attacco di pirateria informatica portato avanti ai danni dello Spallanzani è ora al vaglio degli inquirenti. Ad aprire l’indagine è stata la Procura di Roma, coordinata da Michele Prestipino e l’ipotesi di reato è quella di accesso abusivo a un sistema informatico.
Ransomware ai danni dello Spallanzani?
L’ipotesi che circola è quindi di un tentativo di ransomware ai danni della struttura capitolina che si sta maggiormente distinguendo nella lotta contro il coronavirus. Un attacco che è solo l’ultimo di una serie che sta interessando le strutture sanitarie di ogni parte del mondo. Basti pensare che anche l’OMS e il Dipartimento della Salute degli Stati Uniti sono stati oggetto di attacchi informatici.
Cos’è il ransomware?
Per ransomware si indica quell’attacco volto ad inserire malware o virus all’interno di un sistema informatico, al fine di bloccarne il funzionamento o alterarlo. In particolare, nel primo caso, il blocco riguarda l’accesso ai dati contenuti nel sistema, che viene ripristinato solo dopo il pagamento di un riscatto da parte dell’ente interessato. Sono ormai decine le strutture ospedaliere oggetto di questo genere di attacco e costrette di conseguenza a pagare per poter tornare alla normalità.
Spallanzani: l’obiettivo potrebbero essere le informazioni
L’altra ipotesi è che invece lo Spallanzani sia stato preso di mira proprio per la sua attività di contrasto al Covid-19. Nel corso della quale potrebbero essere stati scoperti molti dati che potrebbero essere molto utili per trovare un rimedio contro il coronavirus. Un genere di informazioni che può in effetti valere moltissimo e che quindi potrebbero essere state il vero obiettivo degli hacker. Proprio per evitare il ripetersi di episodi di questo genere, si è nel frattempo attivato il Nucleo Sicurezza Cibernetica. Si tratta dell’organismo cui è delegato nel nostro Paese il compito di contrastare attacchi informatici e di assicurare sicurezza alle infrastrutture digitali.